Flat Tax per i giovani: nella riforma fiscale si è spesso parlato dell’introduzione della Flat tax, cavallo di battaglia dei partiti di centro-destra sin dalle elezioni. Anche se i contorni non sono ben definiti, l’ipotesi di una sua introduzione non è mai stata abbandonata dal Governo a guida Meloni. Anzi, uno dei punti su cui si concentra la maggioranza di Governo, riguarda proprio l’introduzione di una Flat tax per i giovani.
La proposta, però, sembra non incontrare il favore di tutti. Vediamo quali sono le proposte al vaglio e perché la Flat tax per i giovani non convince tutti.
Flat tax per i giovani
Cavallo di battaglia sin dalla campagna elettorale, la Flat tax era e rimane uno degli obiettivi principali del Governo a guida Meloni. Si è parlato molto dell’introduzione della tassa piatta soprattutto nell’ambizioso progetto di riforma fiscale, anche se i contorni non sono stati definiti.
È ormai risaputo il funzionamento della tassa piatta, con un’aliquota fissa applicata a qualsiasi livello di reddito prodotto. Tra i fautori della tassa piatta e gli oppositori, non si può negare che il sistema susciti interesse, soprattutto ragionando sugli eventuali vantaggi che un sistema di questo tipo potrebbe portare nel nostro Paese.
Attualmente, una tassa piatta viene applicata solo ai lavoratori autonomi in regime forfettario, esonerando dal versamento delle altre tasse e di addizionali comunali e regionali. Il Governo punta ad estendere questo regime fiscale agevolato anche alle associazioni professionali, alle società tra professionisti e alle società di persone e alle imprese familiari composta da massimo tre professionisti di età inferiore a 35 anni.
Se, prima, la tassa piatta doveva riguardare soprattutto i lavoratori, adesso l’obiettivo del Governo sembra virare anche verso le società e le imprese.
Come funziona la Flat tax attualmente
Abbiamo già anticipato che, oggi, la Flat tax riguarda solo i contribuenti titolari di Partita Iva che hanno aderito al regime forfettario. Durante la campagna elettorale, è stata più volte ribadita l’intenzione di estendere la tassa piatta a tutti i contribuenti. Obiettivo tanto ambizioso quanto irrealizzabile, almeno nell’immediato, tant’è che si sta lavorando tuttalpiù ad un’introduzione graduale.
La tassa piatta andrebbe non solo a modificare il sistema fiscale e tributario italiano e l’estensione a tutti sarebbe incostituzionale, in quanto l’articolo 53 della Costituzione definisce chiaramente che:
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Se proprio si vuole estendere la tassa piatta a tutti i contribuenti, bisognerebbe modificare la Costituzione.
Conviene oppure no?
La Flat tax conviene davvero? Da un certo punto di vista, oltre che la difficile attuazione, la tassa piatta porterebbe una riduzione delle entrate tributarie. Probabilmente, anche questa potrebbe essere una ragione alla base di un’introduzione graduale e non repentina.
Ad oggi, nel progetto di riforma fiscale sono molto limitate le ipotesi di introduzione della Flat tax. Al contrario, si punta a riformulare l’Irpef, andando a ridurre le aliquote a tre. Ciò vuol dire che il sistema di tassazione rimane di tipo progressivo, anche se con meno aliquote. Ricordiamo che era stata già operata una rimodulazione dell’Irpef con la Legge di Bilancio del 2022, che le aveva ridotte da 5 a 4. Si sta, comunque, andando progressivamente verso un appiattimento della tassazione.
Ci sono all’attivo diversi pareri sulla Flat tax. Se da una parte si pensa che la tassa piatta possa andare a ridurre le entrate tributarie, dall’altra, invece, si pensa che possa incoraggiare la crescita economica e la riduzione dell’evasione fiscale.