Martin Scorsese alla Casa del Cinema di Roma è stato un evento imparagonabile per la Capitale. Il maestro del cinema mondiale ha portato più fan anche di quelli che erano accorsi alla premiere di Fast and Furious, perché come informano gli organizzatori della Fondazione del Cinema di Roma erano più di 2000 le persone assiepate per sentir parlare l’80enne premio Oscar alla miglior regia per “The Departed”. La cosa più bella è che la maggior parte erano ragazzi, alcuni dei quali erano troppo giovani per guardare un film quando il padre della New Hollywood vinceva la sua unica statuetta. La sua vera vittoria però era negli occhi rapiti di così tanti appassionati, che pendevano dalle sue labbra come se davanti ci fosse la più nota delle rock star.
Martin Scorsese alla Casa del Cinema di Roma, più di 2000 per la lezione del maestro Video
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Il risultato dell’evento “Carta Bianca” con Martin Scorsese alla Casa del Cinema è l’essenza di come il cinema per tornare a riempire le sale debba tornare ad essere se stesso, il pubblico è stanco di quello che viene proposto. Quando vengono proposte retrospettive interessanti, presentate da grandi nomi come il maestro italo americano la partecipazione di pubblico è semplicemente straordinaria. La Festa del Cinema di Roma ne era stato un esempio con gli Incontri Ravvicinati di Antonio Monda, dove tra l’altro partecipò proprio Martin Scorsese parlando del suo amore per il cinema italiano. Anche questa volta regala alcune perle, andando forse maggiormente nel dettaglio di come determinati film abbiano influenzato la sua formazione e il modo di fare cinema.
Martin Scorsese, a dialogo con Gialuca Farinetti presidente della Fondazione Cinema di Roma ed ex presidente della Cineteca Nazionale di Bologna tanto cara al maestro, presenta il film Mean Streets: “Cassavetes mi diede il coraggio di farlo. Mia madre quando alla prima quando le chiesero cosa pensasse di suo figlio fu subito severa nella risposta, spiegò che a casa mia non si dicevano tutte quelle parolacce e che non aveva idea di dove le avessi imparate. Questo è il film dove ho messo davvero tutto me stesso, una ricerca che avevo iniziato dopo aver visto Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci al New York Film Festival”, poi la carezza al collega italiano “Quando lo vidi a New York per la prima volta a 23 anni, mi sembrava di avere davanti una divinità. Sognavo di diventare come lui, in me c’è sempre stato un impulso a creare qualcosa. Dopo quella visione si è come scatenato facendomi trovare il coraggio di farlo”.
L’amore sconfinato per il cinema italiano, da Il Sorpasso al documentario mancato con Fellini
“Quando venni a Roma per la primissima volta in assoluto lascia per l’ultimo giorno due monumenti: la Cappella Sistina e la visita all’ufficio di Federico Fellini”, ha ricordato con un sorriso Martin Scorsese che già all’Auditorium quando ritirò il premio alla carriera aveva evidenziato come “Le notti di Cabiria” e “Otto e mezzo” del più grande autore nella storia del cinema italiano fossero due capolavori assoluti “Siamo sempre rimasti in contatto e volevamo realizzare una docuserie dove raccontare tutti i mestieri legati al mondo del cinema, partendo proprio dai produttori. Alla fine eravamo riusciti a trovare i fondi dalla Universal, purtroppo Fellini morì prima che riuscissimo a realizzarlo”, il ricordo amaro di una collaborazione da sogno soltanto sfiorata. Spicca tra gli accostamenti realizzati per “Carta Bianca” anche quello tra il suo “Il Colore dei Soldi” e “Il Sorpasso” del maestro Dino Risi: “Per me è un film bellissimo. Nel suo film c’è sicuramente più vita che nel mio. Non soltanto ci sono le straordinarie performance di Gassman e Jean-Louis Trintignant” con Martin Scorsese che lancia anche un monito alla società di oggi “In questi due film ci sono valori messi in discussione dopo la seconda Guerra Mondiale e che oggi sono ancora più importanti”.
Martin Scorsese commuove il pubblico de La Casa del Cinema ricordando lo zio e il padre
La rassegna “Carta Bianca” dedicata a Martin Scorsese porta il grande cineasta a citare anche “Ombre” di John Cassavetes e il suo “Chi sta bussando alla mia porta”, ma anche la “La morte corre sul fiume” di Charles Laughton, ndr e il suo esperimento horror “Cape Fear – Il promontorio della paura”: “Alzi la mano chi non ha mai visto questi film”, ha scherzato il maestro “Arrestateli tutti! Ogni scusa è buona per portare dei giovani a vedere questi film”. Forse è proprio per la sua straordinaria capacità di generare empatia nelle persone che si apre raccontando della morte del padre e dell’infarto che aveva colto l’amato zio proprio nello stesso giorno, portandolo poi ad una rapida morte in tre mesi. Non è stata una vita facile quella di Martin Scorsese, forse per quello è sempre stato definito un regista tormentato per scenari e personaggi raccontati.
Il lavoro con gli studenti e lo sguardo al futuro
Martin Scorsese a New York insegna cinema e forse proprio per questo ha tanto a cuore il tramandarne l’arte, a partire dal lavoro per il restauro delle opere portato avanti con il “Cinema ritrovato di Bologna”. Il maestro ha più volte riscritto la storia del cinema e ad 80 anni ha dimostrato ancora una volta a Cannes con il recente “Killers of the Flower Moon” di avere la vitalità artistica di un 20enne, che già guarda al futuro dopo aver annunciato pochi giorni fa l’intenzione di realizzare un film su Gesù direttamente a Papa Francesco. Siamo certi che migliaia di persone sarebbero pronte a vedere qualunque cosa, perché unico è il modo di raccontare di questo eterno bravo ragazzo del Queens.