Il Movimento Cinque Stelle ha presentato ieri una mozione a prima firma dell’onorevole Antonio Caso per contrastare il caro affitti. Il tema, come è noto, è stato portato alla ribalta dagli studenti universitari che, qualche settimana fa, hanno dato avvio a quella che è stata denominata «protesta delle tende». I giovani, fuori sede e non, hanno scelto infatti di accamparsi per giorni davanti ai principali atenei italiani per denunciare come i prezzi delle abitazioni siano fuori controllo. La scelta di affittare una stanza è per la maggior parte degli studenti obbligata: in Italia la disponibilità di alloggi universitari è infatti scarsa, soprattutto in confronto alle medie europee. E così, per molti giovani italiani, la possibilità di esercitare pienamente il proprio diritto allo studio è nei fatti preclusa.

Caro affitti, Caso (M5S): “Ora si approvi la nostra mozione. Sui giovani non c’è colore politico che tenga”

La protesta contro il caro affitti arriva in Parlamento in una mozione presentata dall’onorevole Caso e dal Movimento 5 Stelle. La politica tenta così di rispondere alla richieste sollevate dagli studenti universitari con la protesta delle tende iniziata tre settimane fa. Centinaia di ragazzi hanno infatti scelto di manifestare apertamente contro un problema noto da anni. I costi non solo degli appartamenti ma soprattutto delle stanze nelle città universitarie italiane sono assolutamente proibitivi per gran parte delle famiglie. Trasferirsi in un’altra città per studiare sta diventando, di fatto, un pregio di pochi. L’effetto del caro affitti è di precludere, così, la possibilità di esercitare pienamente il diritto allo studio.

Per dare risposta alle nuove generazioni e garantire il diritto all’abitare, il Movimento 5 Stelle ha presentato ieri, in una conferenza stampa a cui era presente anche il leader Giuseppe Conte, una mozione in Parlamento che mira a risolvere la crisi abitativa.

La redazione di TAG24 ha discusso i contenuti di questa mozione con il primo firmatario, l’onorevole Antonio Caso.

Onorevole Caso, può esporre sinteticamente le principali richieste della mozione presentata dal Movimento 5 Stelle contro il caro affitti?

“Noi chiediamo di istituire subito un tavolo interministeriale permanente sulla crisi abitativa, che preveda anche il coinvolgimento delle associazioni studentesche promotrici della «protesta delle tende» a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane.

Per offrire un aiuto immediato ai nostri giovani, chiediamo un sostanzioso incremento del Fondo per le spese di locazione per gli studenti fuorisede. Il Fondo, finanziato nel 2021 dal governo Conte con 15 milioni, oggi è stato ridotto a soli 4 milioni dal governo Meloni.

Occorre poi mettere in campo misure urgenti per: bloccare i rincari degli affitti; incrementare la disponibilità di alloggi e residenze per studenti fuori sede, anche mediante interventi di recupero e ristrutturazione degli edifici dismessi degli Enti Pubblici; stanziare risorse aggiuntive per assicurare il conseguimento dei target PNRR relativamente alle borse di studio e renderne strutturali i risultati; introdurre agevolazioni fiscali sulle abitazioni per aumentare l’offerta locativa destinata agli studenti”.

Oltre alle risorse del Pnrr, quali fondi possono essere stanziati per contenere il caro affitti?

“Per sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dal PNRR e per renderne strutturali i risultati è necessario intervenire con fondi del bilancio statale. Il M5S chiede da tempo la tassazione degli enormi extra profitti realizzati negli ultimi anni da banche, case farmaceutiche, società energetiche e industria bellica per recuperare risorse da destinare a scopi come questo. È una questione di scelte. Il Governo sembra aver scelto di stare dalla parte dei più “forti” e di aiutare chi ha bisogno togliendo a chi ha altrettanto bisogno”.

Pensa ci possa essere, su questo tema, un’interlocuzione positiva con il Governo?

“Ci abbiamo provato a più riprese da inizio legislatura a collaborare con la maggioranza, ma abbiamo quasi sempre trovato di fronte un muro di gomma. Gli emendamenti in legge di bilancio e in quasi tutti i provvedimenti arrivati in aula, le mozioni e le interrogazioni sono sempre state respinte. Avevamo portato il problema del caro affitti dei fuorisede all’attenzione del Governo già a novembre scorso con una interpellanza parlamentare. Ci fu detto che era tutto sotto controllo. Ci auguriamo stavolta che le proposte di buon senso, presenti nella nostra mozione, possano essere accolte se non tutte almeno in parte. Si tratta del presente dei nostri ragazzi che sono il futuro del Paese, su questo non ci deve essere colore politico che tenga”.

Il caro affitti non impatta, purtroppo, solo sugli studenti. In moltissime città italiane la situazione è fuori controllo anche per i lavoratori. La mozione interviene anche su queste categorie? Come garantire a tutti il diritto all’abitare?

“Purtroppo la problematica riguarda tantissime famiglie italiane ed è aggravata nelle grandi città dal fenomeno degli affitti brevi per finalità turistiche, che garantendo rendimenti superiori rispetto ai “normali” contratti di locazione, vanno a ridurre l’offerta.

Il governo Meloni ha pensato bene di azzerare, in legge di bilancio, il Fondo di sostegno agli affitti dal valore di 330 milioni di euro e quello per la morosità incolpevole pari a 50 milioni. Per non parlare della riduzione del reddito di cittadinanza che prevedeva anche una quota per gli affitti. Questo ha sicuramente aggravato la situazione. Il problema comunque è complesso e va affrontato seriamente nell’ambito delle politiche abitative su cui il nostro Paese deve investire di più”.

Nel caso della protesta delle tende i giovani hanno ottenuto risposte. C’è molta diffidenza però per le rivendicazioni degli attivisti climatici: cosa pensa delle azioni dimostrative dei gruppi come Ultima generazione?

Dobbiamo prendere in considerazione sempre seriamente tutte le proteste dei giovani purché non sfocino nella violenza. I ragazzi di Ultima Generazione stanno mettendo in campo azioni dimostrative forti per richiamare l’attenzione di tutti su un problema come quello dei cambiamenti climatici, che sta mettendo a rischio la salute del nostro pianeta ed il futuro dell’umanità. Si possono non condividerne le modalità, ma è fondamentale anche mettersi nei panni di ragazze e ragazzi che non immaginano un futuro per tutti noi da qui a 30 anni, qualora non si cambi passo sul tema del cambiamento climatico. Spesso ci si lamenta dei giovani “bamboccioni” seduti sul divano, ben vengano ragazzi che si attivano per il bene collettivo”.