A Palazzo Cipolla, a Roma, la mostra evento Ipotesi Metaverso. I curatori sono intervenuti a Stato dell’Arte su Cusano Italia Tv per spiegare una realtà in costante crescita anche nel mondo dell’arte e sempre più apprezzata dal pubblico. “L’idea è nata per riflettere sul rapporto tra fisico, storico, materiale e digitale. Ci siamo interrogati sul futuro, su come debba sempre dialogare con le radici. Non nuovo ad ogni costo, nuovo ma con delle origini antiche”, spiega il curatore Gabriele Simongini. A spiegare invece di cosa si parla quando si usa il termine metaverso è intervenuta l’altra curatrice, Serena Tabacchi: “Con metaverso si intende qualcosa di virtuale che ci fa immergere in un mondo parallelo. È immateriale, ma possiamo ritrovarci anche noi stessi sotto forma di avatar o di un oggetto che può rappresentarci. Questi mondi hanno dato la possibilità a tutti noi di trovare nuovi collegamenti con le relazioni internazionali, ovvero di connetterci attraverso la rete in nuovi mondi

In mostra anche un’arte ultra contemporanea: il pubblico interagisce con le opere

A Palazzo Cipolla, a Roma, la mostra evento Ipotesi Metaverso. Dopo altri settori anche quello dell’arte si è avvicinato a questa realtà, spiega Tabacchi: “Ovviamente questa non è un’invenzione degli ultimi anni, abbiamo già visto nell’industria del gaming molte piattaforme che facilitavano l’incontro nel mondo virtuale. La cosa ha interessato gli artisti grazie al settore dell’arte ultra contemporanea, per interagire con le opere d’arte, che prendono vita direttamente nello spazio virtuale, il metaverso”. Un esempio è l’opera in mostra di Fabio Giampietro, realizzata insieme e Paolo Di Giacomo in cui il pubblico è invitato a interagire: “Il pubblico è invitato a sedersi sull’altalena e a cominciare a dondolare, e questo lo porta nel mondo creato da Giampietro con i suoi vertiginosi grattacieli, attraverso questo movimento possiamo attivare l’opera d’arte che attraverso a degli algoritmi seleziona in base all’ampiezza del movimento una delle opere create dall’artista. Che vuole creare un tunnel, un congiungimento, tra lo spazio fisico e quello virtuale, attraverso il movimento ludico dell’andare in altalena. Non a caso gli algoritmi generano immagine cubiche create dal pubblico stesso”. 

In mostra 32 artisti, 16 contemporanei e 16 del passato

Nella mostra sono 32 gli artisti protagonisti, 16 del passato e 16 contemporanei, accostati l’un l’altro. Come nel caso di Krista Kim e Victor Vasarely. “Vasarely è il pioniere dell’optical art e quindi è il pioniere di un’arte che vuole studiare la percezione umana alla metà del XX secolo in relazione a tutta una serie di teorie scientifiche per proporre la possibile costruzione o utopia di un’umanità nuova più consapevole, più in allerta, sul mondo che ci circonda” spiega Simongini, che dice: ”Abbiamo pensato di unirlo con Krista Kim sia per un fatto formale – c’è un evidente e assolutamente inconsapevole dialogo fra forme geometriche sospese, destinate a produrre equilibrio e armonia e benessere- e al tempo stesso c’è in entrambi l’utopia di creare un mondo rinnovato, un mondo nuovo di benessere ed armonia”.