In Sardegna un relitto della Seconda Guerra Mondiale riappare sui fondali del Golfo dell’Asinara. Ha trascorso gli ultimi 80 anni con 50 metri d’acqua a separarla dal mondo esterno, usata come rifugio da pesci e altri animali marini. Indisturbata e invisibile sui fondali del golfo dell’Asinara, proprio al centro dell’Area Marina Protetta ”Isola dell’Asinara”. Fuori da quel paradiso naturale amato e apprezzato in tutto il mondo gli storici e gli archeologi l’hanno cercata per decenni, per loro era divenuta una specie di ossessione: quella nave doveva giacere in quelle acque, ma sembrava introvabile. Ora grazie al talento e all’esperienza del sub istruttore ed apneista Alessandro Masala, il peschereccio Sogliola è stato ritrovato in condizioni quasi perfette. O almeno, quelle consentite da una vita trascorsa sott’acqua.
Da peschereccio a nave della Marina: la storia del relitto che riappare in Sardegna
Il Sogliola, appena ritrovato dopo quasi 80 anni di ricerche, era stato costruito nel 1924 come peschereccio, poi con l’arrivo della guerra era stato trasformato in nave militare e ribattezzato F111 il 24 maggio 1940. Dopo quasi tre anni di servizio per la Marina Militare italiana, come uno dei barchini d’assalto in dotazione alla Decima Flottiglia MAS, fu affondato. Il 2 maggio del 1943 infatti, fu intercettato dal sommergibile della Marina britannica HSM Safari e colpito. L’assalto con 45 colpi di cannone da ponte da 76 millimetri ciascuno risultò fatale a 6 uomini a bordo, così come alla nave che si inabissò al largo dell’Asinara e non fu mai più visto. 29 persone sopravvissero all’attacco.
Il sub che ha scoperto il relitto: “Era diventata un’ossessione”
Una storia che per quasi 80 anni è stata al centro delle storie dei pescatori del luogo e alimentato il mito del peschereccio fantasma Sogliola. Alla fine è stato ritrovato quasi per caso, durante un’operazione di mappatura per la programmazione di nuovi corsi per immersione in apnea. “Quando il sonar ha segnalato una massa non meglio identificata ho cacciato un urlo” ha detto Alessandro Masala, il sub e apneista che ha fatto la scoperta “e la notte non ci ho dormito”. Il giorno dopo l’uomo si è immerso per tre volte in apnea, fino a poter dare finalmente la conferma: si trattava della famosa nave affondata dagli inglesi il 2 maggio del 1943. “Il relitto è perfettamente conservato ed è abitato da un’incredibile varietà di flora e fauna marina” ha raccontato il suo scopritore “lo cercavo da tempo tanto che era diventata una specie di ossessione”. La nave era invece lì, dove era stata vista per l’ultima volta.