Pensioni, chi tra i 40enni di oggi avrà un assegno futuro che può considerarsi “congruo” o “dignitoso”? La risposta arriva dalle proiezioni della Corte dei conti che, oltre alle previsioni di spesa per la previdenza e a uno studio sulle misure pensionistiche da introdurre in Italia, ha studiato un campione che comprende diversi mestieri, sia alle dipendenze che autonomi, e la loro propensione a versare contributi previdenziali in base alle retribuzioni percepite. Meglio di tutti, in ottica di pensioni future, sono due categorie di lavoratori dei comparti pubblici, le forze armate e il personale sanitario. 

Nello studio, condotto sui montanti contributivi del 2020, sono state considerate 11 figure tipo che hanno generato una platea complessiva di 575 posizioni assicurative. In tutto la platea ha riguardato 56mila persone di 40 anni per una proiezione (considerando tutte le figure considerate) di 486.000 contribuenti. 

Pensioni assegno futuro congruo, ecco quali lavoratori potranno averlo

Tra i 40enni di oggi, chi potrà avere una pensione futura “congrua” in base al montante contributivo versato appartiene alle categorie lavorative delle Forze armate e dei dipendenti della Sanità. I dati arrivano dal Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei conti che, a tal proposito, ha utilizzato le informazioni dell’Inps relative ai montanti contributivi dell’anno 2020. In tutto, sono 11 le categorie considerate che, proiettate per i 40enni che vi lavorano, fanno una platea ampia 456.000 unità. Nel dettaglio, lo studio ha riguardato: 

  • i lavoratori alle dipendenze dei settori privati
  • le lavoratrici alle dipendenze dei settori privati; 
  • gli autonomi artigiani; 
  • i commercianti, 
  • i coltivatori diretti; 
  • i parasubordinati; 
  • i lavoratori disoccupati o in mobilità;
  • i lavoratori della scuola
  • i dipendenti del settore sanitario; 
  • i lavoratori delle Forze armate; 
  • i dipendenti del comparto dello Stato.

Futura pensione per chi oggi ha 40 anni: bene Sanità, Forze armate, male scuola 

Il primo dato che balza alle attenzioni delle previsioni previdenziali dei giovani nel pieno della vita lavorativa, è l’alta incidenza di redditi lordi al di sotto dei 20.000 euro all’anno. Ciò determina un quantitativo di contributi non sufficiente a garantire un montante futuro per il calcolo di pensioni da considerare “congrue”. In tutto, su 575 posizioni analizzate, quasi la metà (235 posizioni, pari al 40,8 per cento) ha una retribuzione che non supera i 20.000 euro. 

Dal punto di vista di chi stia meglio ai fini della pensioni future, due sono le categorie lavorative che possono ritenersi soddisfatte. I dipendenti delle Forze armate che, all’età di 40 anni, possono vantare di aver già accumulato mediamente un montante contributivo di circa 235.000 euro, in molti casi più del doppio rispetto ad altre categorie lavorative, compresi i dipendenti privati e del pubblico impiego. A seguire, i giovani che oggi lavorano nella Sanità, che hanno superato i 178.000 euro di montante contributivo medio, considerando l’intera categoria. A fronte di questi numeri, per le altre categorie si individuano i soggetti che si trovano in condizioni di particolare fragilità per le future pensioni. 

Tra i montanti contributivi meno elevati si ritrovano quelli dei lavoratori autonomi, in particolare coltivatori diretti e parasubordinati, oltre a chi si trovi in situazioni di mobilità o di disoccupazione. A seguire, condizioni non soddisfacenti a livello contributivo si riscontrano anche tra i lavoratori autonomi commercianti, artigiani, ma anche di chi lavori nella scuola. Tutti questi lavoratori hanno accumulato al massimo un montante contributivo di 100.000 euro. Stanno meglio i lavoratori dipendenti dei settori privati che, a 40 anni, hanno accumulato un montante di 137.000 euro.