Una pubblica amministrazione lenta, con processi farraginosi, accusata di inefficienza e impantanata dalla burocrazia. Il lato oscuro della p.a. però è un altro, fatto di situazioni al limite e personale non sempre sufficiente. Ma è davvero così?
La p.a. e il personale che manca
Partiamo da qui, dalla mancanza di personale al lavoro nella pubblica amministrazione. Secondo i dati di FLP, la Federazione dei lavoratori pubblici, viene segnalato un preoccupante trend relativo alla mancanza del personale. Mancano lavoratori. Tanti. Una percentuale che arriva fino al 64% della forza lavoro. I dati più critici in questo caso spettano all’Agenzia delle Entrate, che registra un ammanco di personale pari a 14.270 unità. 11mila i dipendenti mancanti al ministero della Giustizia, che registra anche una mancanza della metà dei dirigenti: dovrebbero essere 473, sono 202. Il 57% in meno. Il tutto viene accompagnato da una età media che vede un progressivo invecchiamento dello staff degli uffici statali: l’età media è di 54,7 anni e la parte dei giovanotti la fanno all’Inail dove la media è di soli, si fa per dire, 48 anni. Eppure, secondo l’indagine sul lavoro pubblico curato da FPA, sono 3milioni 266mila180 i dipendenti pubblici in Italia.
Meglio il sud Italia del lavoro nella pubblica amministrazione?
Pochi, grandi e sfiduciati. Il dato che emerge nei deserti corridoi della pubblica amministrazione è quello di una aspettativa lavorativa che non porterà a miglioramenti e crescita. Ergo, salari che non cresceranno. Per questo il ricambio generazionale tarda ad arrivare, con i giovani attratti dal privato e da altre carriere. Il tutto nonostante nel comparto pubblico si registri una forte ripresa dei concorsi. Che però viene accompagnata anche da una diminuzione dei candidati e un aumento delle rinunce. Da inizio 2021 a giugno 2022 si sono presentati appena 40 candidati per ogni posto messo a bando, un quinto rispetto ai 200 di media nel biennio precedente, e mediamente due vincitori su dieci hanno rinunciato al posto, con punte del 50% di rinunce per quelli a tempo determinato. Con la pandemia Covid inoltre un pensiero in più viene dato al luogo di lavoro. Con la riscoperta del south working, ovvero dei giovani emigrati che sono ritornati nel sud Italia, la scelta della condizione di vita diventa anche un motivo per dire “no grazie” a un posto nella pubblica amministrazione. Che così rimane impantanata nei suoi atavici problemi.