Un mio amico di nome Oscar, fiorentino doc, è tornato in Italia da qualche settimana dopo una vita passata a Washington e si è stabilito a Roma. Sul suo blog racconta storie che lo riguardano e commenta i fatti italiani e internazionali. Una delle sue ultime riflessioni esalta un fatto positivo mentre va a fare la spesa al supermercato. Lo sintetizziamo con le sue parole. “Prendiamo la Pandina – scrive – e ci dirigiamo verso l’Olgiata perchè devo rintracciare l’agenzia Unicredit. La mia carta debito ha superato il limite mensile, per forza, con tutte le spese per il trasloco e acquisto mega tv. Dopo quindici minuti di manovre estreme nel traffico della Cassia, raggiungiamo la filiale della banca presso la quale sono agglutinati i miei pochi risparmi e pensione. Tocco la mia blusa ma con orrore mi rendo conto che del mio portafoglio non esiste l’ombra. Un sommario esame mette in evidenza che la tasca interna dell’indumento è sfondata anche se si tratta di un capo appena acquistato”.

Continua il racconto di Oscar: “Vedrai che sarà caduto dentro la macchina, dice Franca che non si smentisce come naturale ottimista al contrario del suo decrepito coniuge che  invece oscilla sempre sul negativo. A fatica mi sposto verso la piazzetta dove abbiamo parcheggiato. Lascia fare a me, dice la sposa, tanto voi uomini non sapete cercare. E si getta a capofitto dentro la vettura, riemergendo dopo poco con uno sconsolato ‘Non c’è nulla…dove sarà finito?”. 

“Anche questa è Italia” dice il rinfrancato Oscar

Poi l’epilogo: “Sono appeso alla portiera spalancata e mi sento mancare, tutti i documenti americani e italiani, la patente internazionale, che disastro. ‘Scusi, lei è il signor Bartoli?’ A meno di due metri si è appalesato un signore in giacca, un faccino gioviale, un baby face, capelli bianchi. Balbetto una risposta affermativa con quel poco di energia che mi è rimasta. Il gioviale signore mi porge il portafoglio sorridendo. ‘L’ho trovato laggiù, di fronte all’edicola. Scusi se ho visto all’interno come lei si chiama. Mi sono messo ad aspettare perché tanto ero sicuro che il proprietario. ‘Oggi abbiamo fatto qualcosa di buono’ aggiunge il mio salvatore e se ne va col suo sorriso angelico”. 

Anche questa è Italia, caro Oscar.

Stefano Bisi