Il figlio ha i lividi sulla schiena e, preso il coraggio, racconta alla mamma che la maestra lo ha strattonato perché non voleva mangiare la mela. Scatta la denuncia e ora i carabinieri dovranno indagare. Il bambino non vuole mangiare una mela, la maestra lo strattona fino a farlo sbattere ripetutamente sullo schienale della sedia. L’episodio si sarebbe verificato in una scuola di Roma, al Portuense. E al momento sono in corso tutte le verifiche e le indagini necessarie per capire la gravità de gesto e come si siano svolti i fatti.
A far emergere i presunti maltrattamenti sono stati i sospetti della mamma del bimbo, 9 anni e affetto da disturbi dello spettro autistico. I dubbi della mamma sono nati mentre un giorno aiutava il figlio a lavarsi e ha notato dei lividi sulla sua schiena. In quel momento il piccolo non ha voluto dire niente alla donna, o non riusciva a rispondere come avrebbe voluto. Era il 9 maggio scorso. Solo più di una settimana dopo il bambino ha trovato parole e coraggio per parlare con la madre. La versione che il piccolo ha fornito ha visto protagonista la maestra di scuola. Secondo quanto raccontato dal piccolo, un giorno a scuola durante la ricreazione, avrebbe rifiutato di mangiare la mela. A quel punto la maestra si sarebbe arrabbiata e avrebbe usato dei modi a dir poco esagerati per cercare di convincerlo. Lo avrebbe, sempre secondo quanto riferito dal bimbo di 9 anni, strattonato ripetutamente facendolo sbattere contro la sedia. Quella sarebbe stata la causa dei lividi rinvenuti dalla mamma solo qualche giorno dopo l’accaduto e circa due settimane dopo il piccolo ha trovato il coraggio di raccontare tutto. Senza voler arrivare a conclusioni affrettate la mamma, allarmata, ha contattato altri genitori dei bambini compagni del figlio.
Roma, maestra strattona bimbo di 9 anni autistico i compagni confermano la sua versione
Ha chiesto loro di verificare che la versione fornita dal bimbo rispondesse a verità e questa conferma è arrivata. I compagni di classe hanno detto che era vero, che i fatti si erano svolti proprio come raccontato dal figlio della donna e tutto sarebbe successo il 5 maggio scorso. A quel punto la mamma si è rivolta ai carabinieri di zona e ha raccontato tutto quanto. E scattata così una querela che è stata poi trasmessa alla Procura. Il passaggio successivo è stata l’apertura di un fascicolo, passaggio necessario per fare chiarezza su quanto avvenuto nell’aula scolastica. La maestra, nella stessa occasione avrebbe anche apostrofato il piccolo con termini non consoni, non solo. Lo avrebbe strattonato ripetutamente e anche insultato. In parte, il racconto riportato e confermato dai compagni di classe, sarebbe stato confermato anche da un’altra insegnante presente in classe in quel momento. Si tratterebbe dell’insegnante di sostegno della classe.
Roma, maestra strattona bimbo carabinieri indagano sulla vicenda
La vicenda emersa dai racconti dei bambini, avrebbe portato alla luce altri comportamenti discutibili tenuti dalla maestra in classe. Per rimproverare i piccoli studenti, l’insegnante utilizzerebbe un fischietto a distanza ravvicinata proprio dei bambini, per spaventarli e tenerli buoni.
Ora dovranno andare avanti le indagini, i carabinieri le porteranno avanti con l’intento di capire bene cosa sia successo, non solo in quell’occasione, ma dovranno accertare fino a dove si siano spinti i comportamenti della maestra in questione. Per farlo probabilmente dovranno ascoltare anche loro, come fatto già dai genitori, gli altri componenti del gruppo classe, in audizione protetta. Questa almeno è la richiesta fatta dagli avvocati della famiglia del bimbo che ha detto di essere stato strattonato nell’occasione dell’episodio della mela. L’episodio della maestra della scuola del Portuense emerge a pochi giorni di distanza da quanto denunciato in una scuola della provincia di Viterbo. In quel caso si trattava di un asilo e i fatti sono stati accertati dalle indagini che sono durate diverse settimane e tramite cui i Carabinieri sono riusciti a verificare che, quanto raccontato dai bambini, rispondeva a verità