Secondo l’ultima indagine condotta da Altroconsumo e Istat sulle pizze in Italia,
Macerata si posiziona al vertice della classifica come la città con la pizza più cara del Paese.
Questa rilevazione ha suscitato indignazione tra i ristoratori locali, che contestano i risultati, sostenendo di offrire prezzi contenuti.
Scopriamo nel dettaglio i dati emersi da questa indagine e le ragioni dietro questa controversia.
I prezzi medi a confronto nella classifica di Altroconsumo
Secondo la classifica di Altroconsumo, che ha coinvolto 18 città italiane,
a Macerata il costo medio di una pizza, una bevuta, il coperto e il servizio ammonta a 13,43 euro, in aumento rispetto ai 12,45 euro registrati a gennaio 2022.
Al secondo posto si trova Venezia, seguita da Milano.
Altri posizionamenti includono Bolzano, Firenze, Bologna, Siracusa, Perugia, Aosta, Torino, Genova, Trieste, Roma, Cagliari, Bari, Catanzaro, Napoli e, in ultima posizione, Pescara.
A Venezia, ad esempio, la spesa media per un pasto in pizzeria si attesta a 12,76 euro,
mentre a Milano a 12,53 euro e a Firenze a 11,7 euro.
Secondo l’indagine, Napoli, Macerata e Bolzano sono le città in cui si è registrato il maggior aumento di prezzi rispetto a gennaio 2022.
Contestazioni dei ristoratori
I ristoratori di Macerata non concordano con i risultati dell’indagine e affermano che si sia verificato un errore di trascrizione o una confusione con un’altra città.
Esprimono sorpresa e amarezza, poiché i loro prezzi sono competitivi sul mercato.
È possibile cenare in una pizzeria a Macerata spendendo tra i 13 e i 14 euro, e sono disponibili pizze margherita a soli 7 euro.
In alcuni locali, il coperto non viene nemmeno addebitato.
Nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle bollette negli ultimi mesi,
nonché le difficoltà causate dalla pandemia, molti ristoratori si sono impegnati a mantenere prezzi accessibili.
La variazione dei prezzi
Secondo Altroconsumo, attualmente si spende in media l’8% in più rispetto al 2022 per un pasto in pizzeria.
È importante sottolineare che i costi possono variare considerevolmente all’interno di ogni città.
Ad esempio, città come Milano, caratterizzata da una maggiore vivacità economica,
o destinazioni turistiche come Venezia e Firenze, possono raggiungere prezzi vicini o persino superiori ai 20 euro per una pizza e una bevanda.
Allo stesso tempo, è possibile trovare pizzerie dove il prezzo si attesta intorno ai 7,50 euro (come a Milano) o 10 euro (come a Venezia).
Pertanto, la valutazione di un “costo medio” comprende una vasta gamma di offerte gastronomiche e può variare notevolmente da luogo a luogo.
L’indagine di Altroconsumo e Istat
L’indagine condotta da Altroconsumo e Istat, diffusa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, fornisce una panoramica dei prezzi delle pizze in diverse città italiane.
L’obiettivo è offrire ai consumatori informazioni utili per valutare e confrontare i costi nei vari luoghi.
Questa indagine, che coinvolge 18 città, si basa su dati statistici accurati e rappresenta uno strumento di riferimento per coloro che desiderano avere un’idea dei costi medi di una pizza e una bibita nelle diverse località italiane.
È importante considerare che la valutazione si basa su un costo medio e che i prezzi possono variare notevolmente all’interno di ogni città, con differenze significative tra diverse pizzerie.
L’utilità delle indagini di Altroconsumo per i consumatori
Le indagini condotte da Altroconsumo sulle pizze e altri prodotti alimentari svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare i consumatori a prendere decisioni informate.
Queste ricerche forniscono una panoramica chiara e imparziale dei prezzi medi nelle diverse città italiane,
permettendo ai consumatori di confrontare le offerte e valutare quali siano le opzioni più convenienti.
Grazie a questi studi, è possibile individuare le località dove i prezzi sono più alti e quelle dove si possono trovare offerte più vantaggiose.
Inoltre, le indagini di Altroconsumo mettono in luce le tendenze di mercato,
evidenziando eventuali aumenti o variazioni dei costi nel corso del tempo.
I consumatori possono quindi utilizzare queste informazioni per pianificare i propri acquisti e ottimizzare il rapporto qualità-prezzo.
Le indagini di Altroconsumo rappresentano quindi uno strumento prezioso per i consumatori che desiderano fare scelte consapevoli e risparmiare sui loro acquisti alimentari.
(Scopri altre indagini di Altroconsumo qui)
Per quanto riguarda le ricerche condotte dall’assocazione Altroconsumo, queste ultime si basano sui dati raccolti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), un organismo governativo che raccoglie e analizza una vasta gamma di informazioni statistiche.
La collaborazione tra Altroconsumo e Istat garantisce l’attendibilità e l’accuratezza delle analisi condotte sull’economia e sui prezzi medi delle diverse città italiane.
I dati Istat forniscono una base solida e affidabile per valutare le tendenze e le variazioni dei costi nel tempo,
consentendo a Altroconsumo di ottenere risultati precisi e significativi.
La raccolta dei dati Istat rappresenta quindi un’importante risorsa per le indagini di Altroconsumo,
offrendo un quadro completo e affidabile dell’economia e dei prezzi nel settore alimentare.
I consumatori possono quindi fare affidamento su queste informazioni per prendere decisioni consapevoli sulle loro spese alimentari e avere un’idea chiara dei costi medi nelle diverse città italiane.