Conviene la donazione indiretta? Nel momento in cui si decide di trasferire la proprietà di un bene a titolo gratuito si può utilizzare il contratto di donazione. Ci sono, però, due tipologie di donazione: diretta e indiretta. Quella indiretta viene molto utilizzata nei rapporti familiari, quando i genitori partecipano alle spese del proprio figlio, per aiutarlo nell’acquisto della prima casa o di un’automobile.

Nel testo ci soffermeremo sul secondo tipo, spiegando quando si utilizza e come funziona e, particolarmente, ragioneremo sulla convenienza. Quali sono i pro e i contro?

Conviene la donazione indiretta? Pro e contro

In linea generale, la donazione è il contratto con il quale si trasferisce un bene ad un destinatario a titolo gratuito. Essendo un contratto, una volta conclusa, è di norma irrevocabile da entrambe le parti. la donazione ha due elementi distintivi:

  • Lo spirito di liberalità;
  • L’arricchimento del donatario.

Come si costituisce? Deve essere conclusa mediante un atto pubblico alla presenza di due testimoni. Ci sono due tipologie di donazioni: diretta e indiretta. Lo scopo è il medesimo, ovvero il trasferimento di un bene a titolo gratuito. Tuttavia, se in quella diretta il bene è già in possesso del donante, in quella indiretta il bene non è ancora in possesso delle parti. Pertanto. In questo secondo caso, il donante la realizza consentendo al donatario di acquistarla. In che modo? Per esempio, trasferendo una somma di denaro al donatario per permettergli l’acquisto di un bene (un immobile o un’automobile).

Come si deduce, le caratteristiche del contratto solo le stesse, cambia solo il modo in cui viene effettuata la donazione, ovvero la procedura e anche le tempistiche.

Conviene la donazione indiretta? A differenza di quella diretta, non è necessario che sia resa sempre tramite atto pubblico presso un notaio, a meno che non sia obbligatorio per il contenuto. Pertanto, un vantaggio potrebbe essere di natura economia: ci sarebbe un risparmio sulle spese notarili. Infatti, la donazione indiretta porta agli stessi risultati della diretta, ma risulta più vantaggiosa per il risparmio sulle spese notarili. Inoltre, si risparmia su ben altre spese: si pagano anche meno tasse perché non occorre versare l’imposta di donazione. Oltre alle spese, non dovendosi recare da un notaio, si risparmia anche tempo.

Tuttavia, se per esempio, viene trasferita una somma di denaro per l’acquisto di un immobile, il donatario dovrà indicare nel contratto di vendita che il pagamento è avvenuto a carico di un terzo a titolo di donazione.

Come funziona la donazione in favore di un terzo

La donazione indiretta presuppone anche altri modi, oltre a quelli “diretti” per donare un bene. Si può anche effettuare la donazione in favore di un terzo e la rinuncia ad alcuni diritti. Come funziona? In questo caso, vige il presupposto che il terzo sia il donatario, ovvero colui che riceve la donazione, ma come effetto di un contratto che viene stipulato tra il donante e il venditore.

Per comprendere meglio il funzionamento, possiamo fare un esempio pratico. Consideriamo un genitore che vuole donare un immobile al proprio figlio, firmando un contratto di compravendita immobiliare, ma indica che il trasferimento deve avvenire in favore del figlio. In questo caso, molto semplicemente, il donante paga il corrispettivo per il donatario.

C’è anche un atro modo per compiere la donazione indiretta: rinunciando ad alcuni diritti. In questa circostanza, possiamo prendere come esempio il caso di un usufruttuario che rinuncia al suo diritto in favore del proprietario.

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