Dopo giorni di ricerche, gli investigatori sono riusciti a rintracciare Bernardo Rossi, il 61enne che, a Verona, teneva il cadavere della madre mummificato in casa da cinque anni per intascarne la pensione. Sarebbe stato lui a mettersi in contatto con le forze dell’ordine, dopo aver tentato il suicidio nella camera d’albergo in cui si era rifugiato. Secondo fonti locali, non sarebbe in pericolo di vita. Il macabro ritrovamento risale a quattro giorni fa. L’uomo è accusato di occultamento di cadavere e truffa aggravata ai danni dello Stato, ma risultava irreperibile dallo scorso 26 maggio quando, dopo essersi costuito, si era dato alla fuga.
Teneva il cadavere mummificato della madre in casa per intascarne la pensione: le ultime notizie su Bernardo Rossi
Ha 61 anni, è originario di Verona e tutti lo descrivono come un uomo tranquillo, una persona “normale e gentile”. Si tratta di Bernardo Rossi, colui che, per cinque anni, avrebbe tenuto in casa il cadavere mummificato della madre 80enne per incassarne la pensione – di circa 30mila euro annui -nonostante fosse morta. Una scoperta macabra, avvenuta negli scorsi giorni nel quartiere Borgo Milano, nel corso di una perquisizione effettuata dagli agenti della polizia locale e dei vigili del fuoco nell’appartamento che l’uomo e la donna morta condividevano. Dopo alcune segnalazioni, i vigili, coordinati dal comandante Luigi Altamura, avevano infatti iniziato ad indagare sul caso, fino al terribile ritrovamento. Da allora il 61enne aveva fatto perdere le sue tracce.
Chi lo conosce non ha potuto credere a quanto scoperto: è una persona “disponibile”, dicono i residenti, “tranquilla”. Nessuno avrebbe creduto che potesse nascondere un simile segreto. Dopo giorni di ricerche, gli investigatori lo avrebbero rintracciato in un albergo nel quale si rifugiava e dove, negli scorsi giorni, avrebbe anche tentato il suicidio, tagliandosi le vene dei polsi. Sarebbe stato lui ad avvertire le forze dell’ordine. Una volta arrivati, i sanitari del 118 lo avrebbero trasferito nel più vicino ospedale. Ora sarebbe ricoverato, ma non in pericolo di vita. È accusato di occultamento di cadavere e truffa aggravata ai danni dello Stato.
La ricostruzione dell’accaduto
Nei prossimi giorni l’uomo potrebbe essere ascoltato dagli inquirenti per fare luce sull’accaduto. Intanto il magistrato di turno avrebbe già disposto l’esame autoptico sulla salma della donna per capire come sia morta. Per cinque lunghi anni il suo corpo sarebbe stato conservato in delle buste di plastica, sul letto della sua camera. Così, almeno, è come lo avrebbero trovato gli agenti della polizia locale e i vigili del fuoco intervenuti sul posto in seguito a una segnalazione. Sembra infatti che, di recente, qualche residente avesse denunciato un viavai sospetto in un immobile abbandonato di proprietà della signora deceduta, Helga Engbarth.
Quando gli inquirenti avevano chiesto al figlio di poter effettuare un sopralluogo nello stabile, quest’ultimo aveva risposto negativamente. A quel punto sarebbe scattata una diffida per la messa in sicurezza dell’edificio. Dopo aver provato a mettersi in contatto con l’anziana che, secondo Rossi, sarebbe stata “in vacanza” all’estero, i vigili avevano quindi deciso di perquisire l’abitazione in cui i due vivevano, fino al tragico epilogo. Il 61enne, dopo essersi presentato in caserma per farsi notificare gli atti di accusa, si era reso irreperibile, spegnendo il cellulare e facendo perdere le sue tracce. Poi, forse per vergogna o per paura, in vista di quello che avrebbe dovuto affrontare, avrebbe provato a togliersi la vita, ma invano.
Davanti a coloro che lo interrogheranno dovrà spiegare perché abbia deciso di conservare i resti della madre, anche se, con tutta probabilità, il motivo è di tipo economico. L’obiettivo è anche capire se la donna, lo scorso 2017, sia morta per cause naturali o violente.