È stata fissata per il prossimo 21 settembre la prima udienza del processo riguardante l’omicidio di Franco Severi, il 53enne ucciso e decapitato a Civitella di Romagna, in provincia di Forlì, nel giugno dello scorso anno. L’unico imputato è il fratello Daniele: davanti ai giudici dovrà rispondere all’ accusa di omicidio premeditato, stalking e occultamento di cadavere. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nel corso delle indagini, il 64enne avrebbe pianificato il delitto per mettere fine, a suo modo, ad alcune controversie nate tra loro per la gestione del patrimonio familiare.
Omicidio Franco Severi: a processo il fratello Daniele
Daniele Severi è stato rinviato a giudizio dopo la decisione della Corte di Appello di Bologna di respingere la richiesta dei suoi difensori, gli avvocati Massimiliano Pompignoli e Anna Maria Corsetti, di una ricusazione, che consiste nella sostituzione del giudice che si occupa di un processo. È stata accolta, invece, la richiesta avanzata dalla Procura e dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Starni. La prima udienza è già stata fissata per il 21 settembre prossimo. L’uomo dovrà rispondere all’accusa di omicidio premeditato, stalking e occultamento di cadavere perché ritenuto responsabile dell’omicidio del fratello Franco, trovato morto decapitato a pochi passi dalla sua abitazione di Civitella di Romagna, in provincia di Forlì, il 22 giugno del 2022.
A dare l’allarme era stato un suo vicino di casa che, su richiesta di un amico, era andato a controllare se l’uomo stesse bene. Da un po’, infatti, si era reso irreperibile, non dando segni di vita. Al ritrovamento del corpo – seminudo e privo della testa (che non è mai stata trovata) – seguirono indagini serrate, che l’8 luglio successivo portarono all’arresto del presunto killer. Ad incastrarlo furono gravi indizi di colpevolezza. Alcune tracce di sangue appartenenti alla vittima furono rinvenute su un paio di guanti trovati nel cofano della Fiat Panda rossa del 64enne – parzialmente ripulita, nel tentativo di disfarsi delle prove del delitto – e sulle sue scarpe. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe ucciso suo fratello
verosimilmente attingendolo con colpi di arma da fuoco al capo e/o collo, cui seguivano la decapitazione (al cadavere veniva amputato l’estremo encefalico e il collo) e il trascinamento in un dirupo scosceso adiacente all’abitazione della vittima.
Il tutto per nascondere gli indizi sulle modalità della morte, forse.
Il possibile movente del delitto
Il movente sarebbe da ricercare in alcune controversie legate alla gestione del patrimonio familiare. Secondo gli investigatori, nei mesi precedenti al delitto Franco avrebbe intentato e vinto diverse cause contro il fratello. Per questo, forse, quest’ultimo avrebbe premeditato e messo in atto il folle omicidio. Non a caso, poco dopo i terribili fatti, la sorella Anna aveva parlato sui social di una “morte annunciata”. Sostenendo che l’imputato avesse anche minacciato di morte un’altra sorella, Milena, e che non fosse nuovo a dinamiche violente.
Dal canto suo, Severi si è sempre detto innocente. E più volte, davanti agli inquirenti che lo hanno interrogato, ha amesso di essere vittima di un complotto. La sua difesa si appella al fatto che le tracce di sangue rinvenute sugli oggetti del loro assistito potrebbero anche essere precedenti al delitto, perché non databili. La loro tesi è che il vero assassino, consapevole dei vecchi rancori tra lui e il fratello, lo abbia deliberatamente incastrato. Le indagini, poi, sarebbero state condotte nel modo sbagliato. Secondo loro, fin dall’inizio gli inquirenti avrebbero vagliato la sola pista del fratello, accantonando le altre. Come quella di un night club frequentato dalla vittima, che avrebbe potuto offrire spunti diversi.
Per chi ha condotto le indagini, però, sulla sua colpevolezza ci sarebbero pochi dubbi.