I ballottaggi per le elezioni nei comuni capoluogo hanno avuto esiti importanti anche in chiave nazionale, come sempre. La larga affermazione del centrodestra conferma, infatti, la tendenza dell’elettorato a livello nazionale. Tuttavia, salta subito all’occhio il dato preoccupante del crescente astensionismo. La scarsa affluenza alle urne, particolarmente ai ballottaggi fa sì che una persona oggi diventa sindaco con i voti del 20 al 25 % degli elettori.
Questa disaffezione dei cittadini alla politica si era finora manifestata principalmente nelle elezioni nazionali, mentre da qualche tempo essa arriva a colpire, in modo preoccupante, anche le consultazioni che devono designare chi governerà le comunità locali. Questo fatto, oltre a porre la necessità di una riflessione sul ruolo della politica, rappresenta una partenza ad handicap per gli amministratori locali, messi di fronte alla necessità di andare a cogliere anche le ragioni e i disagi di coloro che non hanno voluto esprimere il proprio voto.
Elezioni Terni, la vittoria di Bandecchi
Oltre a questa riflessione, vale però la pena analizzare una anomalia che emerge dai ballottaggi, e che è costituita dal risultato elettorale a Terni.
Nel, capoluogo umbro si è assistito ad un reale ribaltamento di prospettiva rispetto alla tendenza nazionale ad un bipolarismo che è nei fatti da molti anni. Un soggetto esterno ai due poli classici di centrodestra e centrosinistra si è inserito prepotentemente in questo contesto bipolare, sconvolgendo lo schema classico.
Stefano Bandecchi, Coordinatore Nazionale di Alternativa Popolare, ha costruito a Terni, in pochi mesi, le condizioni per una vittoria schiacciante anche in termini percentuali, eliminando al primo turno le liste di centrosinistra e confrontandosi al ballottaggio con il candidato unitario del centrodestra classico. L’esito del secondo turno ha visto Bandecchi prevalere con un margine di quasi dieci punti, il più ampio divario registrato nelle città capoluogo. Un risultato che pone una serie di elementi di riflessione.
Il primo dato rilevante è che laddove esiste una proposta alternativa seria e credibile agli schieramenti classici, i cittadini la apprezzano e la votano.
Il secondo aspetto riguarda il tentativo, da parte della politica nazionale e dei mezzi di informazione, di derubricare questi fenomeni a casi locali, catalogati sotto l’etichetta del civismo.
Bandecchi è segretario di un partito politico nazionale, Alternativa Popolare, che è anche uno dei membri italiani del Partito Popolare Europeo, e con il simbolo di AP si è presentato alla competizione. Catalogarlo come “civico” è segno o di disinformazione o di volontà di non fare i conti con una anomalia potenzialmente pericolosa per il sistema. Terni non è una piccola cittadina, di quelle nelle quali le liste civiche sono la normalità. Terni è un capoluogo importante, il cui voto ha senza dubbio un riflesso nazionale. La vittoria di Bandecchi è un dato politico importante, proprio perché non si tratta di un fenomeno “civico”, come lo stesso Sindaco ha chiaramente ricordato.
Il centro e le ambizioni di Alternativa Popolare
Con questo risultato si apre, infatti, una prospettiva che può diventare dirompente a livello regionale e nazionale. Un partito e un leader che si pongono come alternativa agli schieramenti attuali, ma non come chi spera di occupare un “centro” che appare più come una categoria geografica che politica, bensì con una proposta reale per chi in questi schieramenti non si riconosce o per chi è deluso dalla politica tradizionale. Una proposta capace di dialogare con tutti, ma con una propria identità culturale precisa, dentro la visione della realtà liberale, cattolica e riformista propria del popolarismo europeo. Una visione che si sintetizza nella formula di “economia sociale di mercato”, della quale lo stesso Stefano Bandecchi rappresenta, con la sua storia personale e imprenditoriale, un esempio.
Cosa sarà di questa esperienza, come essa si svilupperà nei prossimi mesi e se potrà acquisire una dimensione nazionale, saranno i fatti a dirlo. Quel che è certo è che le intenzioni di AP e del suo leader Bandecchi sono ambiziose e forse preoccupano gli inquilini che occupano – pro tempore – i palazzi del potere romano.
Che dal laboratorio politico di Terni possa nascere una proposta per tutto il Paese è più che una semplice ipotesi, è un “rischio” reale. A chi sorriderà divertito, ritenendo velleitarie le ambizioni di Bandecchi e di Alternativa Popolare, giova ricordare che Giorgia Meloni, qualche anno fa, partì per la sua irresistibile scalata da un consenso di appena un paio di punti percentuali.
Attenzione dunque a Terni, non dista molto da Roma.
Paolo Alli (presidente di Alternativa Popolare)