Il suo gol in semifinale di Europa League, allo stadio Olimpico contro il Bayer Leverkusen ha concesso alla Roma di staccare il pass per la finale. Ora l’appuntamento è a Budapest per l’ultimo atto della competizione europea. Stadio Puskàs Arena, mercoledì 31 maggio ore 21, Siviglia-Roma: Edoardo Bove ha iniziato a contare i minuti che mancano al fischio di inizio. Intervistato dai canali ufficiali dell’Uefa, il centrocampista giallorosso ha avuto modo di parlare delle emozioni vissute contro i tedeschi, ma anche della finale e soprattutto del rapporto speciale che lo lega a mister Mourinho.

Siviglia-Roma, Edoardo Bove ai microfoni dell’Uefa

Budapest è pronta per accogliere migliaia di tifosi che arriveranno dall’Italia e dalla Spagna. Tantissimi i giallorossi che si sono già messi in viaggio. Si stima che saranno tra i venti e i venticinque mila romanisti che assisteranno alla finale di Europa League direttamente allo stadio. Gli altri la vedranno a distanza, tanti all’interno dello stadio Olimpico tramite i maxi schermi che saranno montati, e faranno sentire allo stesso modo il loro calore. La squadra intanto si prepara a scendere in campo, domani gli ultimi ritocchi di formazione e poi la partenza verso la capitale ungherese. Manca sempre meno e ai microfoni ufficiali della Uefa è intervenuto, per presentare Siviglia-Roma, Edoardo Bove. Il giovane centrocampista, classe 2002, cresciuto nelle giovanili del club romano, è uno degli artefici della cavalcata che ha portato la Roma in finale di Europa League.

“Mi aspetto una finale all’altezza – ha esordito il centrocampista – perché durante l’anno abbiamo meritato di essere lì, quindi siamo molto contenti di esserci arrivati. Anche loro lo meritano. Il Siviglia viene dalla Champions League, quindi merita ancora di più il posto in finale. Per questo siamo molto contenti e lo siamo anche per i tifosi. Come sarebbe vincere? Bellissimo, come per ogni finale. È una partita diversa da tutte le altre”. Una finale raggiunta anche grazie al gol vittoria che Bove ha segnato contro il Bayer Leverkusen: “È stato il culmine di tutto il lavoro che ho fatto qui negli ultimi due anni con l’allenatore, lo staff e la Roma. Forse i miei primi gol sono stati istintivi. Gol tipici di un giocatore giovane e inesperto. Ma devi lavorare sodo in allenamento per tirare fuori alcuni elementi del tuo gioco, e quando riesci a farlo sul campo, è davvero fantastico. Cosa ho provato quando ho visto la palla entrare in rete? È difficile rispondere a queste domande – ha aggiunto il giocatore della Roma – perché succede tutto così rapidamente. In quel momento tutto è confuso”.

Il rapporto con Mourinho

Una stagione da incorniciare, che Bove spera di poter concludere con il raggiungimento del traguardo più importante. La sua crescita esponenziale è evidente a tutti, merito anche della stima che Josè Mourinho gli ha fatto sentire nel corso della stagione. “Non posso che essere grato al mister – ha detto il centrocampista giallorosso – la fiducia che ha in me è la cosa più importante. Mourinho è una persona speciale per me, una persona vera. Tratta il resto della squadra proprio come tratta me, questo è molto importante. Se ha qualcosa da dirti, te lo dice in faccia, e io preferisco le persone così. Mi sono trovato bene con lui fin dall’inizio. Ovviamente mi ha anche aiutato a crescere”.

E pensare che, fino a un certo punto della sua adolescenza, Edoardo Bove era indeciso se continuare con il calcio oppure no: “Giocavo regolarmente a tennis e per circa cinque o sei anni ho giocato sia a tennis che a calcio. A un certo punto ho dovuto fare una scelta, anche se ero abbastanza bravo in entrambi. Vedendo quanta strada ho fatto, credo di aver fatto la scelta giusta alla fine” ha rivelato il calciatore della Roma ai canali Uefa.