Dopo l’udienza con cui, il 24 aprile scorso, ne aveva confermato la carcerazione, il Tribunale del Riesame ha ora motivato il respingimento del ricorso presentato dai difensori di Giampaolo Amato. Secondo i giudici, il medico, accusato di aver ucciso la moglie somministrandole un mix letale di farmaci, non solo “organizzò il delitto perfetto”, mostrandosi lucido e consapevole delle sue azioni, ma, se uscisse, non è escluso che “potrebbe uccidere ancora”. Mettendo in pericolo la vita della sua ex amante, la donna per la quale avrebbe progettato il precedente delitto.
Giampaolo Amato resta in carcere: per il Riesame è ancora pericoloso
Il medico bolognese si trova in carcere dallo scorso 7 aprile con l’accusa di omicidio volontario aggravato e peculato perché ritenuto responsabile di aver ucciso la moglie, morta dopo aver ingerito un mix letale di farmaci, rubati dall’uomo nella struttura in cui lavorava al tempo. Nonostante i gravi indizi di colpevolezza a suo carico – come le prove raccolte dalla sorella e dalle amiche della moglie nei mesi precedenti al delitto, visti i sospetti della donna -, l’uomo si è sempre dichiarato innocente. E, supportato dai suoi legali, ha sostenuto che sia morta a causa di un coagulo intro-cardiaco e non per avvelenamento. Per questo aveva chiesto di essere scarcerato, in attesa del processo a suo carico.
Una richiesta che il Tribunale della Libertà di Bologna, lo scorso 24 aprile, aveva respinto, confermando la custodia cautelare in carcere nei suoi confronti. Sono arrivate ora le motivazioni. In pratica, secondo i giudici, Andrea Santucci e Silvia Monari, Amato sarebbe ancora pericoloso. Non solo avrebbe organizzato il delitto perfetto, mostrando “astuzia e premeditazione”, ma, una volta liberato, potrebbe anche uccidere ancora. In particolare, potrebbe scagliarsi “per gelosia o per vendetta” contro l’amante per la quale avrebbe progettato il delitto.
Subito dopo la morte della moglie, la donna aveva infatti iniziato ad allontanarsi da lui. Se Amato uscisse, non è escluso che cercherebbe di farle del male. Anche perché potrebbe essersi macchiato di un ulteriore omicidio, quello della suocera, morta appena 22 giorni prima della moglie in circostanze misteriose. Sulla vicenda si sta ancora indagando. Quel che è certo è che Amato avrebbe sempre mostrato lucidità e consapevolezza. Per questo, dopo aver finto che la moglie fosse morta a causa di un malore, aveva provato a convincere i familiari della necessità di cremare il suo corpo, con l’intento di disfarsi delle prove e passarla liscia. Era stata la sorella di lei a chiedere che sulla salma della donna venisse effettuata l’autopsia.
I fatti e il possibile movente economico
Stando a quanto ricostruito finora, il medico avrebbe somministrato per mesi alla moglie diversi farmaci. In seguito a un episodio di narcolessia, lei aveva addirittura iniziato a nutrire dei sospetti nei suoi confronti. Sospetti confermati da alcuni esami del sangue che aveva effettuato, denunciando l’accaduto ad alcune persone fidate. Aveva deciso di non denunciare. Forse per via della “personalità manipolatoria” del marito, emersa anche nel corso delle indagini. Un fattore che lo renderebbe ancora più pericoloso, neutralizzando, di fatto, la capacità delle sue potenziali vittime di difendersi.
Per ora non ha mai ammesso le sue responsabilità. Ma gli inquirenti sono certi di quello che ha fatto e ipotizzano che, dietro al delitto, possa nascondersi anche un movente di tipo economico. I due, infatti, vivevano già separatamente. Amato avrebbe quindi scelto di liberarsi della moglie non tanto per “togliersela tra i piedi” e poter vivere tranquillamente l’altra relazione, ma, piuttosto, per impossessarsi del suo denaro.
L’eredità della moglie gli avrebbe assicurato una certa tranquillità, anche in vista di una futura vita insieme alla nuova compagna,
scrive il Riesame nelle quasi quaranta pagine dell’ordinanza.