Niente e nessuno ha potuto nulla contro la straripante avanzata di Bandecchi. Ci ha provato timidamente il Centrosinistra nel primo turno, pensando di poterselo tenere dietro. Ci ha provato il Centrodestra, che ha tentato di arginarlo al ballottaggio. Ma la sua forza d’animo e la passione, che sempre lo ha contraddistinto, così come anche le sue competenze, hanno sbaragliato quelle che sono – a livello Nazionale – le forze dell’Opposizione e il Governo. Correndo da solo, per giunta.

La corsa in politica si può dire che è iniziata a giugno 2022, quando il presidente di Alternativa Popolare ha nominato Bandecchi coordinatore nazionale con lo scopo di rilanciare il partito. E lui è quello che ha fatto. Con la vittoria di Terni, Ap piazza un suo uomo in una città importante dal punto vista turistico ed economico.

Nella corsa a palazzo Spada, Bandecchi è partito in netto svantaggio. In pochi puntavano su di lui, nessuno pensava potesse arrivare al ballottaggio. La premier Giorgia Meloni lo definirebbe un vero e proprio “underdog”. E il patron della Ternana ha fatto ricredere tutti quelli che lo rilegavano nelle ultime fila. Giorno dopo giorno Bandecchi ha iniziato a conquistare un elettore qua, nel Centrosinistra, e un elettore là, nel Centrodestra.

Il più grande timore di Orlando Masselli e Jose Maria Kenny era proprio il ballottaggio contro Bandecchi. Entrambi sapevano che l’uomo del momento avrebbe avuto l’appoggio dell’elettorato di uno o dell’altro.

Il fondatore della Unicusano non ha mai fatto mistero di aver sostenuto in passato candidati di tutti gli schieramenti, né di avere tra le sue fila ex grillini, di destra o tendenti a sinistra. È riuscito infatti a riunire sotto i vessilli di Azione Popolare persone che la pensano diversamente, politicamente parlando, ma uniti dal carisma e dal savoirfaire di Bandecchi. Proprio per questo, Maselli sapeva che se fosse andato contro Bandecchi al ballottaggio, avrebbe persone perché gli elettori di sinistra non avrebbero mai potuto sostenere chi si posiziona nella sfera della Destracentro. E viceversa. Il suo non è una lista civica, ma un vero e proprio partito “di centro-centro, che esprime valori forti, gli stessi del Partito Popolare Europeo”.

Bandecchi scansa prepotente, quindi, Masselli con 19.748 voti, che valgono il 54,62 per cento.

Stefano Bandecchi sindaco di Terni, i punti forza del suo programma

Programma sì, ma anche il saper ascoltare i cittadini e le loro problematiche. Girare casa per casa, come si faceva un tempo e come si dovrebbe fare, per spiegare la sua idea. “Noi abbiamo scritto il programma un mese prima degli altri e abbiamo scritto un programma semplice da realizzare, dinamico e attivo“, mentre “non ho sentito però idee”, degli altri ma solo “farfugliare qualcosa di vecchio, di trito e ritrito“.

Il programma di Bandecchi per Terni è rivoluzionario sotto diversi punti di vista. A cominciare dall”indipendenza’ che la città umbra ha nei confronti di Perugia. Un rapporto mal digerito dai ternani e che Bandecchi ha voluto ricordare per romperne la catena. Ma non solo: l’idea del patron della Ternana è quella di portare avanti il progetto 300mila, come ipotizzato dall’architetto Mario Ridolfi sul finire degli anni ’60, mutando il carattere intrinseco di Terni da città industriale a città a vocazione turistico culturale. E raggiungendo anche quota 300mila abitanti. Un numero alto, distante dai 110mila (circa) di oggi, che può essere raggiunto con la riqualificazione urbana e il nuovo piano urbanistico che Bandecchi metterà in campo da palazzo Spada.

Ma un’occhio anche nei riguardi dello sport dell’istruzione, e degli animali. Nel suo progetto c’è spazio anche per gli ultimi e i disabili (con l’idea di creare la “cittadella dell’amicizia“). Perché niente e nessuno sarà escluso nella nuova Terni.