Sit-in dei lavoratori dell’Amap a Palermo, a rischio gli stipendi di 686 dipendenti. Quasi 700 lavoratori rischiano di rimanere senza stipendio a Palermo. Rischia di essere questo l’effetto più pericoloso e che al momento preoccupa altrettante famiglie, a causa del sequestro dei conti correnti dell’Amap, la Società del Servizio Idrico della città. Il sequestro dei conti si è reso necessario (così è stato giustificato), in seguito a quanto emerso durante l’inchiesta della Procura europea su presunte irregolarità di un prestito da 20 milioni ottenuto dalla Bei, la Banca europea degli investimenti. E proprio per questo sequestro dei conti della società ora sono a rischio gli stipendi dei 686 lavoratori che nella mattinata di oggi, lunedì 29 maggio, hanno messo in atto un sit in di fronte alla prefettura di Palermo. I dirigenti della società sono indagati per una presunta truffa proprio alla banca europea. Da qui è arrivata la decisione di sequestrare i 20 milioni di euro. Inevitabile il blocco dei conti e con questo, il fermo del pagamento degli stipendi dei dipendenti. Come hanno confermato i sindacati che stanno cercando di proteggere gli interessi dei lavoratori rimasti senza paga. “Le banche – hanno fatto sapere Guzzetta e Musso della Filctem Cgil di Palermo e Terrani della UilTec – hanno bloccato i pagamenti ai dipendenti e a rischio potrebbero essere anche le attività legate alla gestione del pubblico servizio idrico integrato, a Palermo e in 40 comuni della stessa provincia” I sindacati ora chiedono un incontro con il Governo per cercare di arginare, almeno per ora, il problema. Naturalmente la questione legata ai lavoratori deve essere risolta, questo è l’obiettivo dei rappresentanti delle varie sigle. E fino a che non si avranno delle risposte i lavoratori annunciato lo stato di agitazione. “Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso”, assicurano naturalmente i sindacati che però ammettono la preoccupazione per il destino dei dipendenti della società e dei cittadini che usufruiscono dei servizi offerti dall’Amap.
Palermo, i lavoratori dell’Amap in sit-in sotto alla prefettura dopo il sequestro dei beni della società che blocca anche gli stipendi
Il provvedimento di sequestro, la notizia è trapelata solo pochi giorni fa, sarebbe stato preso anche nei confronti dei vertici dell’azienda. Rientrerebbero così tra le persone colpite il direttore generale della Amap, l’amministratore unico, in carica dal 23 marzo 2014 al 18 marzo 2019, e il suo successore nell’incarico. I dirigenti fatti oggetto dei provvedimenti, che sembra siano stati attuati con effetto immediato, sarebbero indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, accusa aggravata dalla qualifica di ‘incaricati di pubblico servizio’. Insomma una bufera che rischia indirettamente di far precipitare nel caos quasi 700 dipendenti che si trovano coinvolti loro malgrado nel sequestro dei fondi utili per il pagamento dei loro stipendi.
Venuti a conoscenza della situazione i lavoratori hanno messo in atto, questa mattina, un sit-in annunciato non appena informati della situazione. I lavoratori, hanno fatto sapere anche di essere pronti a seguire ogni forma di protesta. E l’amministrazione comunale sta cercando di mediare tra le parti. Prima che scattassero le proteste, il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi era stata in azienda per presiedere ad una riunione anche con alcuni rappresentanti sindacali. “Faremo di tutto per garantire la piena operatività all’azienda – aveva assicurato la vicesindaca nell’occasione – Non vogliamo sfuggire all’inchiesta ma se serve a liberare i conti siamo disponibili a indicare altri beni su cui dirottare il provvedimento di sequestro”. La necessità di liberare i conti naturalmente nasce dal fatto che, solo in quel modo, i lavoratori potrebbero ricevere gli stipendi che al momento sono bloccati con tutto il resto.