Fulmine a ciel sereno in Spagna: il premier Pedro Sanchez ha annunciato le sue dimissioni prima del termine della legislatura. Una decisione maturata all’indomani della sconfitta alle elezioni regionali e comunali: Sanchez ha convocato le elezioni anticipate il 23 luglio.
Ieri, il primo ministro spagnolo si era recato a votare a Madrid. Circa 35,5 milioni di cittadini erano chiamati a votare alle elezioni locali e regionali in tutta la Spagna. Dai risultati è emerso come il Partito socialista di Sanchez abbia perso in diversi territori chiave sul suolo iberico, come Valencia, Siviglia e l’Extremadura.
Un duro colpo per i socialisti e i loro alleati, a soli sei mesi dalle elezioni nazionali. Proprio per questo motivo Sanchez avrebbe preso la decisione di non proseguire il mandato.
Dimissioni Sanchez, pesa la debacle dei socialisti in Spagna: a Barcellona trionfo degli indipendentisti
A pesare è la dura battuta d’arresto per i socialisti del premier spagnolo Pedro Sanchez e i loro alleati di sinistra a sei mesi dalle elezioni nazionali. Nel voto amministrativo, la destra ha mostrato i muscoli a Madrid, oltre che nelle già citate Valencia e Siviglia, dove nell’ultima legislatura avevano governato formazioni progressiste. A Barcellona il 76enne primo cittadino tra il 2011 e il 2015 Xavier Trias, candidato della destra nazionalista moderata, ha sconfitto la sindaca di sinistra uscente Ada Colau.
Il sondaggio diffuso dalla tv pubblica Tve alla chiusura delle urne aveva già fatto tremare le forze politiche progressiste spagnole. Indiscrezioni poi confermate dai risultati ufficiali. I socialisti di Sanchez e i suoi alleati di sinistra hanno pagato le difficoltà degli ultimi quattro anni: diverse le emergenze da affrontare, dalla pandemia di Covid alla recente crisi inflazionistica legata alla guerra. Ad approfittarne gli avversari tradizionali del Pp e gli ultraconservatori di Vox, che hanno fatto valere il “cambiamento di ciclo politico” tanto decantato in campagna elettorale.
Alle ultime elezioni locali, che risalgono al 2019, il Partito Socialista fu nel complesso la prima forza, con un vantaggio di circa 1,6 milioni di voti rispetto al Partito Popolare. Oggi la situazione si è ribaltata, con i secondi che hanno chiuso in vantaggio di quasi 800.000 voti.
Yolanda Diaz (vicepresidente Governo spagnolo): “Dovremo lavorare in maniera diversa”
In mattinata, anche la vicepresidente del governo spagnolo, Yolanda Díaz, ha rilasciato un commento su quanto sta succedendo in queste ore, evidenziando la necessità di lavorare in maniera differente per riconquistare la fiducia degli elettori nel prossimo futuro. Questo il tweet comparso sui canali social della politica:
Il messaggio ricevuto ieri sera era molto chiaro: bisogna fare le cose in modo diverso. Accetto la sfida. Contro la Spagna nera di Feijóo, dobbiamo vincere. La gente ci sta aspettando. Questo Paese ha molto futuro e questi sono i tempi dell’audacia. Abbiamo un progetto per continuare a rispondere alle sfide sociali, ecologiche ed economiche del nostro Paese.
Infine, Alberto Garzon – leader di Izquierda Unida – ha anch’egli confermato il nuovo impegno politico con l’intento di “presentare una proposta che fermi l’ondata reazionaria”. Le elezioni del prossimo 23 luglio sono alla porta.