Il problema dell’evasione fiscale in Italia è da tempo al centro dell’attenzione pubblica e della politica, poiché in maniera significativa sulle risorse dello Stato e sul funzionamento di molti servizi pubblici. Per contrastare questo fenomeno, che va a discapito dei contribuenti onesti, i governi che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni hanno introdotto diverse misure, come le limitazioni sull’utilizzo del contante, o l’incentivazione dell’uso dei metodi di pagamento tracciabili in cambio di possibili vincite in denaro (è il caso della Lotteria degli Scontrini, ma anche dell’ormai pensionato Cashback di Stato).

Un recente rapporto pubblicato dalla CGIA di Mestre, che si basa su dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) per l’anno 2020, ha gettato una nuova luce su questo sgradevole fenomeno, fornendo un quadro regionale dettagliato dell’evasione fiscale e mettendo in evidenza alcune tendenze e discrepanze territoriali importanti.

Evasione fiscale in Italia: Regioni più e meno virtuose, la panoramica

In Italia, il tasso di evasione fiscale varia notevolmente da regione a regione. In particolare, le regioni del Sud tendono a mostrare livelli di evasione fiscale più elevati rispetto a quelle del Nord. Purtroppo, nel 2020, la Calabria ha ottenuto il poco invidiabile record di essere la regione con la più alta evasione fiscale, pari al 21,3% del totale del gettito fiscale (ovvero, 21,3 euro ogni 100 euro di gettito). A seguire, Campania e Puglia mostrano un’alta evasione con rispettivamente il 20% e il 19,2%. Tre regioni meridionali che, come possiamo vedere dai dati emersi, si discostano l’una dall’altra di soli 2 punti percentuali, appaiate tutte e tre attorno a quota 20%. Subito dopo troviamo ancora altre regioni del Mezzogiorno, come la Sicilia (19%) e la Sardegna (17,8%), e subito dopo troviamo Molise, Basilicata, Umbria, Abruzzo, Marche e Toscana. La prima regione del Nord a comparire in questa classifica al contrario è la Liguria, dove l’evasione fiscale tocca il 13,3%.

Tuttavia, nonostante la percezione comune, le regioni del Nord non sono esenti dal problema. Ad esempio, la Lombardia, sebbene presenti una percentuale di evasione fiscale inferiore, pari al 9,5%, in termini assoluti ha registrato la cifra più alta di evasione, ammontante a ben 14,6 miliardi di euro solo nel 2020 (per spiegare meglio, in Calabria la cifra di evasione ammonta a 2,7 miliardi di euro e in Campania sono 8,4 miliardi). Tuttavia, è lapalissiano che bisogna considerare altre fattori, come ad esempio l’estensione del territorio e soprattutto l’importanza e le dimensioni della sua economia.

La regione più virtuosa quando si parla di evasione fiscale è in realtà una parte di regione, ovvero la Provincia autonoma di Bolzano (9,3%). Dopo la Lombardia (9,5%), troviamo la Provincia autonoma di Trento (10,2%) e il Friuli Venezia Giulia (10,6%).

Il Tax Gap e il recupero dell’evasione

Il fenomeno dell’evasione fiscale ha indotto le autorità a concentrarsi sul “tax gap“, vale a dire la differenza tra le tasse che dovrebbero essere pagate e quelle che vengono effettivamente incassate. Sebbene le cifre dell’evasione fiscale possano apparire sconfortanti, negli ultimi anni si è registrato un notevole progresso nel contrasto a questo fenomeno. Nel 2020, nonostante la pandemia e le sue conseguenze economiche, il tax gap è sceso a 89,8 miliardi di euro, segnalando un miglioramento nel recupero delle imposte dovute.

La tendenza positiva si è mantenuta nei primi mesi del 2023, dove, confrontando con lo stesso periodo del 2022, le entrate tributarie e contributive sono cresciute complessivamente di 4,7 miliardi di euro, segno di un’intensificata lotta all’evasione.

Aspettando la riforma fiscale

Affrontare l’evasione fiscale è fondamentale per assicurare un futuro economico sostenibile all’Italia. A tal fine, la CGIA di Mestre ha sottolineato che, dopo i passi avanti del 2022, nel primo trimestre del 2023 le entrate dello Stato hanno continuato a crescere. Tuttavia, resta la domanda cruciale: sarà possibile continuare a migliorare la situazione grazie alla riforma fiscale del Governo Meloni?