Tragedia Heysel 38 anni – Sembra ieri, ed invece sono trascorsi molti anni da quando il mondo del pallone fu scosso da un terribile evento. Una serata di sport che che doveva passare alla storia come una delle finali di Coppa Campioni più belle in pochi minuti si è trasformata in una tragedia. Teatro di quel sanguinoso evento fu lo stadio Heysel di Bruxelles, un impianto obsoleto capace di contenere 70000 spettatori circa, che versava in pessime condizioni strutturali.
La partita Juventus-Liverpool, nonostante gli incidenti e l’epilogo drammatico sugli spalti, alle 21 e 40, per volontà dei vertici locali e dell’UEFA (dattate da motivi riconducibili all’ordine pubblico) si giocò lo stesso contro la volontà delle due squadre. Questo il comunicato letto dai capitani delle due squadre:
“La partita verrà giocata per consentire alla forze dell’ordine di organizzare al termine l’evacuazione dello stadio. State calmi, non rispondete alla provocazioni. Giochiamo per voi”.
Più tardi il racconto dei potragonisti svelò il retroscena di una decisione che in tutto il mondo fu criticata. La Juventus vinse 1-0 e al termine, i giocatori che non conoscevano esattamente l’entità della tragedia andarono a festeggiare (anni dopo chiesero scusa pubblicamente) sotto la curva M, ignara di quello che era successo realmente.
La UEFA, in seguito ai fatti di Bruxelles, decise escludere le squadre inglesi a tempo indeterminato dalle Coppe europee, ma questo provvedimento alla fine fu sospeso nel 1990, quando poi indicò nei tifosi del Liverpool, i responsabili della tragedia, infatti furono arrestate 34 persone.
Tragedia Heysel 38 anni
Erano le 19.20 circa e nel prepartita di Juventus-Liverpool, gli hollingans inglesi, che occupavano i settori X e Y dello stadio Heysel sfondarono le basse recinzioni del settore Z per caricare i tifosi della Juventus (semplici tifosi, non appartenenti a nessun gruppo ultrà. Alla tifoseria bianconera era stata riservata la parte opposta dello stadio).
Tra il panico generale molti cercarono di fuggire ma vennero ostacolati dall’intervento dei poliziotti che contribuì a far degenerare una situazione già compromessa: si creò una calca verso il muraglione opposto alla curva dalla quale molti cercarono la via di fuga buttandosi nel vuoto per evitare di rimanere sciacciati e altri tentando di scavalcare le recizioni. Purtroppo il muro ad un certo punto non sopportò più il peso e crollò: molte persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise. Persero la vita 39 persone, era il 29 maggio 1985. Oggi sono 38 anni dal tragico evento.
Tragedia Heysel 38 anni: il ricordo della Juve
Oggi non è certamente una data come un’altra per la Juventus che ha usato tutti i suoi mezzi di comunicazione per ricordare l’anniversario di una tragedia che l’ha segnata per sempre. Con un post su Twitter e con una nota rilasciata sul proprio sito ufficiale.
Anche sul sito ufficiale non sono mancate le parole toccanti della società Juventus, in memoria delle 39 vittime e spese per le famiglie di quelle persone che non ci sono. Nel far sentire la propria vicinzanza, attraverso la nota ufficiale la stessa società Juventus ha chiaramente evidenziato come da quella sera la parola Heysel abbia assunto più di un significato:
“C’erano due squadre, pronte a una Finale di Coppa dei Campioni, attesa da tutta Europa. C’era uno Stadio in Belgio e una notte che doveva essere di festa. C’erano migliaia di persone, quella notte, all’Heysel, migliaia di occhi che non vedevano l’ora di emozionarsi per una grande partita. C’erano 39 di loro che, quella partita, non la videro mai. Da quel giorno del 1985 per noi la parola ‘Heysel’ è sinonimo di sgomento, irrazionalità, di eventi vertiginosi in una notte scellerata. Il 29 maggio è una data in cui quella ferita torna a fare male, e sappiamo bene che non smetterà mai. Ci stringiamo nel ricordo uniti alle famiglie e a tutti i cari di quelle 39 persone innocenti. Che c’erano, e non smetteranno mai di essere insieme a noi“.
Le vittime: 32 erano italiani
A Bruxelles, durante il pre partita di Juventus-Liverpool, accadde l’imponderabile, ovvero tutto quello che nessuno mai avrebbe potuto immaginare: 39 persone spinte dall’amore per la propria squadra del cuore e dalla passione per il calcio, persero la vita in uno stadio. 32 erano di nazionalità italiana, tra gli altri 7, 5 di nazionalità belga, 2 di nazionalità francese.
- Rocco Acerra (28 anni)
- Bruno Balli (50 anni)
- Alfons Bos (35 anni)
- Giancarlo Bruschera (35 anni)
- Andrea Casula (10 anni)
- Giovanni Casula (43 anni)
- Nino Cerullo (24 anni)
- Willy Chielens (41 anni)
- Giuseppina Conti (17 anni)
- Dirk Daeneckx (27 anni)
- Dionisio Fabbro (51 anni)
- Jaques François (45 anni)
- Eugenio Gagliano (35 anni)
- Francesco Galli (24 anni)
- Giancarlo Gonnelli (45 anni)
- Alberto Guarini (21 anni)
- Giovacchino Landini (49 anni)
- Roberto Lorentini (31 anni)
- Barbara Lusci (58 anni)
- Franco Martelli (22 anni)
- Loris Messore (28 anni)
- Gianni Mastroiaco (20 anni)
- Sergio Bastino Mazzino (37 anni)
- Luciano Rocco Papaluca (37 anni)
- Luigi Pidone (31 anni)
- Benito Pistolato (50 anni)
- Patrick Radcliffe (38 anni)
- Domenico Ragazzi (44 anni)
- Antonio Ragnanese (29 anni)
- Claude Robert (30 anni)
- Mario Ronchi (42 anni)
- Domenico Russo (26 anni)
- Tarcisio Salvi (49 anni)
- Gianfranco Sarto (46 anni)
- Amedeo Giuseppe Spolaore (54 anni)
- Mario Spanu (41 anni)
- Tarcisio Venturin (23 anni)
- Jean Michel Walla (32 anni)
- Claudio Zavaroni (28 anni)