È morta, dopo due giorni di coma, Beatrice Zaccaro, la 17enne di Cantù, in provincia di Como, rimasta gravemente ferita in seguito a un incidente verificatosi a Seregno (Monza) nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 maggio. Si trovava in sella allo scooter guidato da un 16enne che aveva conosciuto la sera stessa quando, per motivi ancora in corso di accertamento, il mezzo era finito improvvisamente fuori strada. La giovane aveva sbattuto violentemente la testa a terra e, una volta soccorsa, le sue condizioni erano apparse fin da subito disperate. Era rimasto illeso, invece, il conducente del due ruote, sprovvisto di patentino.

Donati gli organi di Beatrice Zaccaro, la 17enne morta dopo un incidente con lo scooter a Seregno

I drammatici fatti risalgono alla notte tra il 26 e il 27 maggio scorsi. Beatrice e il 16enne alla guida dello scooter si erano conosciuti nel corso di una serata trascorsa con alcuni amici. Ad un certo punto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbero deciso di allontanarsi dal resto del gruppo per andare a mangiare qualcosa in un fast food vicino. Per questo motivo il 16enne aveva chiesto a un suo amico di prestargli lo scooter, nonostante fosse sprovvisto del patentito di guida necessario. Nel corso del tragitto di ritorno, per motivi ancora in corso di accertamento, il ragazzo avrebbe perso il controllo del mezzo, che sarebbe finito fuori strada, facendoli cadere.

Secondo i primi accertamenti, sarebbe risultato negativo all’alcol test. Lui sarebbe rimasto illeso. Le condizioni di Beatrice, invece, erano apparse fin da subito disperate: cadendo aveva sbattuto la testa sull’asfalto, riportando gravi lesioni. Alla fine, dopo due giorni di coma, per lei non c’è stato nulla da fare, nonostante il tentativo dei medici di salvarla. È morta all’ospedale Niguarda di Milano. E i genitori, con grande coraggio, hanno ora deciso di donare i suoi organi per salvare la vita ad altre persone. Si lavora, intanto, per ricostruire le esatte dinamiche del sinistro. E capire se la vittima avesse il casco allacciato al momento dell’impatto.

Le dichiarazioni del papà della vittima

Si era parlato delle tragedie che possono succedere, e lei avrebbe voluto così: donare i suoi organi. I suoi reni e il suo fegato aiuteranno chi ne ha bisogno,

ha dichiarato nelle scorse il papà, Massimiliano Zuccaro, ad alcuni giornali locali. E ha aggiunto:

La sua morte sarà da monito, un esempio che educherà un sacco di persone: anche se il suo destino è stato questo, anche se è andata così, anche se Dio l’ha chiamata a sé così presto.

Davanti a sé Beatrice aveva ancora tutta una vita: studiava per diventare estetista e si sarebbe diplomata a breve, presso un’accademia professionale di Monza. Alcune foto pubblicate dai genitori sui social la catturano in momenti felici.

Abbracciate  sempre i genitori o i figli prima di uscire di casa e ogni volta che si rientra. Bea lo faceva sempre,

sono le parole, commosse, che accompagnano gli scatti. È un caso, il suo, che rialza, come dopo ogni tragedia, l’attenzione sulla strada e sulle sue vittime. Si allunga sempre di più, infatti, il bilancio di coloro che, anche in giovane età, muoiono in incidenti stradali. Qualche giorno fa, mentre Beatrice entrava nel coma da cui non si sarebbe più svegliata, a Favara un 13enne moriva sul colpo dopo aver sbattuto la testa contro un muretto in seguito a un incidente con lo scooter. A Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, un 18enne è morto e una 14enne è rimasta gravemente ferita, nella serata del 26 maggio scorso, dopo un sinistro con la moto. Fatti terribili, che lasciano, nelle famiglie coinvolte, vuoti difficilmente colmabili, richiamando tutti alla prudenza.