In Corea del Nord sembra tutto pronto, compreso l’avviso diramato al Giappone: tra il 31 maggio e l’11 giugno dal Paese partirà un satellite, così definito dagli stessi coreani. Il lancio, a causa della caduta di possibile detriti, potrebbe interessare le acque del Mar Giallo, del Mar Cinese Orientale e a est dell’isola di Luzon nelle Filippine. Da qui la necessità di allertare il vicino stato del Giappone, che ha già provveduto a emettere un avviso di sicurezza per le navi in quell’area.

L’avviso di Pyongyang a proposito del prossimo lancio desta però qualche sospetto. Per le autorità Giapponesi potrebbe trattarsi del tentativo di lasciare in orbita il primo satellite da ricognizione militare con bandiera coreana. In effetti, tutti i precedenti lanci di satelliti di Pyongyang sono stati considerati null’altro se non test balistici camuffati: risale al 2016 l’ultima “burla” della Corea del Nord, quando aveva testato un missile con la scusa di lanciare in orbita un satellite artificiale.

A tutto questo si aggiunga che, in ogni caso, per lanciare un satellite nello spazio, la Corea dovrebbe usare proprio quella tecnologia missilistica a lungo raggio su cui vige il veto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Corea del Nord, lancio di un satellite militare: dal Giappone una reazione forte

Con queste premesse, è evidente che il Giappone non poteva star a guardare indifferente ciò che sta tentando di fare il Governo nordcoreano. La risposta all’avviso di lancio arriva forte e chiara: abbattere il satellite ed eventuali detriti non appena entrino nei cieli giapponesi. Così ha decretato ill segretario capo di Gabinetto Hirokazu Matsuno, il quale ha parlato del lancio come di una «minaccia per la pace e la sicurezza del Giappone, della regione e della comunità internazionale».

La risposta secca di Matsuno è stata ribadita anche dall’intervento del premier giapponese Fumio Kishida, il quale ha parlato senza mezzi termini di un «missile balistico descritto come un satellite». Inoltre, il Primo Ministro ha incaricato alcuni funzionari di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sul lancio e di informare correttamente la popolazione.

Giappone e Corea del Sud temono i missili di Pyongyang

Le prove missilistiche coreano, più o meno ben camuffate, fanno sempre più paura agli stati confinanti. Lo sanno benne Tokyo e Seul, che sono state costrette a lasciare da parte gli screzi del passato per garantirsi una maggiore cooperazione in vista di un futuro forse minacciato dalla balistica nordcoreana. E le paure non sono infondate: all’inizio di questo mese, erano stati i media di Pyongyang a diffondere la notizia che Kim Jong-un aveva ispezionato, camice bianco indosso e la figlia per mano, un satellite spia militare. Inoltre, negli ultimi mesi si sono intensificati i lanci di missili dalla Corea del Nord, provocando spesso l’azionarsi dei sistemi d’emergenza nel vicino Giappone.

100 sono i missili lanciati da Pyongyang dall’inizio del 2022, alcuni dei quali con capacità nucleari. L’obiettivo in quei casi era stato avvisare Stati Uniti e Corea del Sud delle possibili conseguenze «non specificate» per lo «scenario di guerra» a cui avevano sottoposto Pyongyang. Infatti, Washington e Seul sono ormai solite a esercitazioni militari congiunte che, la scorsa settimana, in occasione dei 70 anni dalla nascita della loro alleanza, si sono tenute proprio al confine con la Corea del Nord.

Questa la risposta di Pyongyang:

Vorremmo chiedere loro se possono far fronte alle conseguenze che comportano le loro sconsiderate e pericolose scommesse di guerra che vengono inscenate sotto gli occhi delle forze armate della Corea del Nord.