Mammadimerda è un blog nato nel 2016 con un obiettivo preciso: abbattere gli stereotipi sulle mamme e sulla maternità. Perché è necessario dare una visione diversa, più realistica, di cosa voglia dire davvero mettere al mondo dei figli. Le due fondatrici, Francesca Fiore e Sarah Malnerich, paladine del ‘Non farcela come stile di vita’, oggi hanno una pagina Instagram da oltre 185mila follower.
Nel corso degli anni hanno promosso diverse iniziative a sostegno delle donne e delle mamme. Ma hanno anche pubblicato libri: il terzo è appena uscito, si intitola Angele del Focolare. E da giugno saranno a teatro con Uno spettacolo esecrabile al sole, la versione estiva del loro show che ha già fatto registrare dei sold-out.
Meta le ha scelte come ambassador per i temi sulla sicurezza, e in particolare degli strumenti di “Supervisione Genitori” di Instagram: è nato quindi il progetto Mammedimeta, che le accompagnerà anche in tour.
“Mammadimerda” e gli stereotipi sulla maternità
Ma com’è la vera e autentica Mamma di merda? “Lamdm è una donna che cerca disperatamente di tenere insieme tutti i pezzi di se stessa, quindi anche la donna che era prima di diventare madre. Si sente sempre in colpa, perché non aderisce al modello di madre abnegata, sacrificata e perfetta. Quindi questo le scatena dei sensi di colpa perché a noi hanno insegnato che la buona madre è solo quella che si sacrifica interamente per i figli, che smette di esistere” racconta Francesca Fiore.
Che poi spiega: “Invece la novità è che si può anche essere una madre che integra, all’interno del suo nuovo ruolo, anche la donna che era prima. Che continua a voler essere quella persona. Un po’ come succede agli uomini che quando diventano padri, non è che smettano di essere uomini, di andare a giocare a padel o avere i loro interessi. Per noi donne, invece, è sempre tutto in salita: anche il lavoro. Con il lavoro sembra che la donna tolga tempo alla famiglia. Ecco, i tempi sono cambiati, bisogna che anche la cultura cambi.“
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La necessità di cambiare visione sull’essere madre
Sono molte le testimonianze raccolte in questi anni da parte di donne che si sono sentite sole ad affrontare i grandi cambiamenti che la maternità porta con sé. Come se tutto fosse facile, scontato, preteso. “Purtroppo la maternità si porta dietro questa omertà totale su che cosa significhi davvero avere un figlio, perché è sempre molto idealizzata. Ed è sconveniente abbracciare invece il fatto che la maternità sia molto complessa da gestire a livello emotivo per una donna, perché ti senti sola e isolata, in alcuni momenti ti chiedi chi le l’abbia fatto fare e odi tuo figlio proprio perché ti ha sconvolto la vita e sei privata del sonno- sottolinea ancora Francesca Fiore-. Quindi non è che sia una fonte inesauribile di gioia soltanto, ci sono momenti duri e rinnegarli non è un servizio che facciamo alle donne. Perché scateniamo sentimenti di inadeguatezza.”.
Spesso, infatti, si passa dal momento della gravidanza, in cui le donne sono coccolate e “venerate”, alla nascita del bambino, quando si rimane sole per la maggior parte del tempo. “Non c’è neanche il tuo compagno– spiega la fondatrice del blog Mammadimerda- Perché, ricordiamolo, il congedo di paternità è di soli 10 giorni in un Paese in cui ci sarebbe bisogno di estenderli a livello obbligatorio. La cultura contro la quale ci scontriamo in Italia è quella in cui l’uomo deve tornare a lavorare, perché tanto in casa c’è la mamma. Gli uomini che vogliono prendersi il congedo facoltativo, vengono ostacolati sul lavoro. Questo è un problema complesso e prevalentemente culturale. Quindi dobbiamo riuscire a ‘forzare’ con le leggi la cultura: anche per i papà, che vogliono godersi i propri figli.“
La raccolta firme per #Fateinidi
Francesca Fiore e Sarah Malnerich, nelle scorse settimane, hanno lanciato l’iniziativa “Fate i nidi. Fate presto”, con una raccolta firme su change.org, arrivata finora a oltre 11.000 adesioni. “Questa è una fase di una protesta in realtà iniziata anni fa, perché già con il giusto mezzo chiedevamo che i fondi del PNRR venissero destinati alle infrastrutture sociali, tra cui anche i nidi. I fondi sono arrivati, una cifra è stata destinata proprio ai nidi, peccato che adesso si rischi di non riuscire a realizzarli– spiega Francesca Fiore.– Non è accettabile… Siamo già sotto la soglia raccomandata dall’Europa, che comunque era il 30% di capienza degli asili nido rispetto ai nuovi nati.“
Angele del Focolare: il nuovo libro
Dei vari temi che caratterizzano il blog Mammadimerda, le due fondatrici parlano anche in “Angele del focolare. Dove sta di casa la felicità?”, il nuovo nuovo libro appena uscito, pubblicato con Feltrinelli. Le due autrici lo stanno presentando in questi giorni in giro per l’Italia. “Angele del focolare è un libro diverso rispetto ai precedenti, in cui noi ci siamo sforzate di raccontare storie di altre donne, raccolte anche negli anni. Sono un po’ le storie che ci sono arrivate, ovviamente romanzate, e le tematiche affrontate sono tante” racconta Francesca Fiore.
Infatti, come evidenzia la stessa autrice, c’è chi cerca di ricucire i rapporti con una famiglia d’origine un po’ devastata. Chi invece si ritrova in un matrimonio ormai spento e infelice. C’è la donna, disperata, che scrive alla posta del cuore di un settimanale, ‘Drammi e croci’, perché ha scoperto che il marito la tradisce, e riceve una risposta da un’intelligenza artificiale sui generis. Si parla di matrimonio senza sesso, del desiderio di avere un figlio che non arriva. “E poi ci sono gli uomini: cerchiamo di aggiungere anche la loro visione, il loro punto di vista. Perché la realtà non è mai bidimensionale. “
Mammadimerda e “Uno spettacolo esecrabile al sole”
Già, gli uomini. Anche a loro si rivolge “Uno spettacolo esecrabile al sole”, che mira sempre a smontare gli stereotipi sulle mamme e sulle donne. Francesca Fiore non ha dubbi: “Questo è proprio un corso di formazione che noi eroghiamo. Si ride tantissimo, perché tutti i nostri messaggi vengono veicolati attraverso la risata. Ironico ma molto profondo: ci sono momenti di commozione. Però nello spettacolo cerchiamo di aumentare e alimentare la consapevolezza nelle donne, ma allo stesso tempo cerchiamo anche di muovere qualcosa negli uomini. Diciamo sempre: Portateci gli uomini che facciamo il tagliando. Ve li restituiamo poi revisionati! Perché a volte è un problema di comunicazione: ci si arrocca sulle proprie posizioni e non ci si riesce a capire. Io sono convinta che la soluzione di questo femminismo non possa non essere accompagnato dagli uomini.”
Il cambiamento culturale desiderato per le donne, del resto, passa anche attraverso di loro. “Abbiamo un grande bisogno che loro sposino la nostra causa però per sposarla devono capirla. Senza mai giustificarli, perché sono pur sempre degli adulti, proviamo a dare un’altra visione. Quando è qualcun altro a fornire un altro punto di vista, non la tua compagna con cui ti scorni continuamente, funziona di più.”
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