Sono passati 11 anni dal violento terremoto che, tra il 20 e il 29 maggio del 2012 devastò l’Emilia-Romagna, provocando decine di vittime, centinaia di feriti e danni quantificati a 13 miliardi di euro. Un evento che mise in ginocchio il territorio e che coincide, drammaticamente, con l’alluvione delle ultime settimane, che ha già fatto registrare 15 vittime, oltre a migliaia di sfollati.
Terremoto Emilia Romagna 2012: il racconto del sisma
Tutto inizia il 20 maggio 2012. Sono le 4:03 del mattino quando in Emilia-Romagna la terra trema per la prima volta, svegliando tutti: la scossa è fortissima, di magnitudo 5.8, con epicentro a Finale Emilia, in provincia di Modena. È solo la prima delle tante che si registrano nei giorni successivi, in totale oltre 300, tutte di ridotta intensità. Poi, il 29 maggio, un altro violento terremoto colpisce l’area, con magnitudo 5.6. Sono le 9 del mattino, l’epicentro è vicino a Medolla, sempre in provincia di Modena. Gli edifici crollano, diventando inagibili. Il paesaggio si trasforma. La Regione, alla fine, è devastata. Lo si vede in alcuni video girati all’epoca dai fatti dai Vigili del Fuoco, che si attivano immediatamente per soccorrere le vittime.
Circa 19mila famiglie sono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni; molte di loro necessitano dell’aiuto della Protezione Civile. I danni vengono quantificati a 13 miliardi di euro. Si registrano 28 morti, 350 feriti e 45mila sfollati. Una vera e propria tragedia, che ricorda, in modo drammatico, quella accaduta appena tre anni prima a L’Aquila, dove un sisma di magnitudo 6.3 aveva raso al suolo decine di borghi, causando oltre 300 vittime. Le persone ricordano ancora bene l’accaduto. Hanno paura. Soprattutto quelle che si trovano nelle aree più colpite: Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia, epicentro della prima scossa. L’area, ricordano gli esperti, è a sismicità moderata o “a rischio medio-alto”: significa che è soggetta a terremoti di frequente e media intensità. Come dimostrano anche i dati storici.
A che punto è la ricostruzione a 11 anni dai fatti
Ricordiamo oggi le vittime, i tanti feriti, le migliaia di sfollati, le comunità segnate profondamente da smarrimento e angoscia. I comuni di questo territorio e la loro gente hanno reagito con la laboriosità, con il desiderio di rinascita, con la solidarietà che li accompagna: i sentimenti più forti per affrontare e superare i momenti della disperazione,
aveva detto, in occasione del decimo anniversario del sisma, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso di una celebrazione tenutasi a Medolla. Allora, un anno fa, la ricostruzione appariva completata al 95%, con oltre 17mila abitazioni e scuole rimesse in piedi, migliaia di attività commerciali rese sicure e di nuovo agibili. 5 dei 6,5 miliardi di euro previsti come risarcimento per le famiglie e le aziende coinvolte erano già stati erogati. Ora, un anno dopo, la situazione si è fatta più drammatica, a causa degli ultimi avvenimenti.
Mentre ci si avvicinava al doloroso anniversario del sisma, l’Emilia-Romagna ha infatti dovuto affrontare una nuova, tragica emergenza: quella dell’alluvione, che ha già causato 15 vittime. E ha fatto salire di nuovo il bilancio dei danni, mettendo in ginocchio il territorio. Quel che non è cambiato, tra una tragedia e l’altra, è la voglia di fare, di tirarsi su le maniche che i romagnoli hanno mostrato, non tirandosi indietro davanti a nulla: lo dimostrano i video che, sul web, catturano decine di persone che puliscono le strade dal fango mentre cantano “Romagna mia”. Lo fecero anche dopo il sisma del 2012, insieme ai tanti volontari che, da ogni parte d’Italia, si recarono sul territorio per dare una mano, chiunque a modo suo.