Stop alle ritenute fiscali dei dipendenti dei comuni colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna, Toscana e Marche. In busta paga andranno 400 euro in più di media al mese, considerando la distribuzione degli stipendi nelle regioni. È quanto prevede il decreto legge sull’emergenza nella regione padana messo a punto dal Consiglio dei ministri del governo Meloni. La misura sarà in vigore fino ad agosto e consentirà ai datori di lavoro e alle imprese di non applicare le ritenute fiscali alla fonte di imposta versando il relativo importo direttamente nel cedolino di busta paga. Si tratta di una misura temporanea che comporterà la restituzione da parte dei lavoratori dipendenti entro il prossimo 20 novembre, giorno a partire dal quale sia le imprese che i lavoratori dovranno tornare a versare contributi e imposte nel frattempo rimasti sospesi per l’emergenza.
Stop ritenute fiscali Emilia Romagna, Toscana e Marche: ecco di quanto aumentano stipendi
Arriva lo stop alle ritenute fiscali alla fonte per i lavoratori dipendenti delle regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche. Per i comuni inclusi nella lista delle zone da salvaguardare con lo stato di emergenza, il decreto legge del 23 maggio scorso prevede cedolini di busta paga più pesanti per fronteggiare la situazione di difficoltà in cui versano le popolazioni dei territori colpiti dalle alluvioni. Si tratta di una misura temporanea che ha decorrenza dal 1° maggio e terminerà il 31 agosto 2023. Per effetto della mancata applicazione delle ritenute fiscali, addizionali Irpef comunali e regionali, i lavoratori dipendenti riceveranno mediamente in busta paga 400 euro in più. È questo l’importo più frequente considerando che la regione Emilia Romagna ha una media di retribuzioni pari a 25.790 euro, corrispondente a 1.700 euro netti mensili in busta paga. Ma gli importi variano in funzione delle retribuzioni. Per buste paga di 4.500 euro mensili, si arriva ad esempio a un risparmio di oltre 1.400 euro.
Stop ritenute fiscali Emilia Romagna, come procedere?
Lo stop ai contributi e alle ritenute fiscali in busta paga per le tre regioni colpite dal maltempo dovrà essere richiesto dagli stessi dipendenti. Il taglio è del 100% per i lavoratori dipendenti che lavorino presso datori di lavoro e aziende con sede fuori dai comuni che rientrano nell’elenco delle zone alluvionate, mentre per i lavoratori di imprese nelle zone alluvionate la riduzione è pari alla metà. In base a quanto prevede il decreto legge, dunque, i datori di lavoro e le aziende dovranno procedere effettuando le ritenute previdenziali sull’imponibile previdenziale a carico del dipendente. Tali ritenute dovranno andare a ridurre l’imponibile fiscale, procedendo poi al calcolo dell’Irpef lorda e alla ritenuta dell’Irpef netta. Al termine della procedura, l’azienda non dovrà trattenere l’Irpef netta e nemmeno le varie addizionali.
Dipendenti dovranno restituire ritenute entro il 20 novembre 2023
La misura dello stop alla ritenute fiscali e contributive è temporanea ed è applicabile nei quattro mesi di maggio, giugno, luglio e agosto. I lavoratori dipendenti che beneficeranno dello stop alle ritenute saranno chiamati al recupero prima del 20 novembre 2023. Secondo quanto prevede il decreto legge, il recupero dovrà essere effettuato in un’unica soluzione. Tuttavia, non si esclude che il governo possa prevedere delle formule di rateizzazione dell’importo da restituire. In questo modo, i contribuenti avrebbero la possibilità di beneficiare realmente di un aumento dello stipendio netto da restituire in più tempo. Infine, nei comuni alluvionati, le imprese avranno a disposizione anche la sospensione degli adempimenti societari e contabili fino al 25 giugno 2023.