A distanza di sette anni dal referendum per la Brexit, ora oltre la metà degli elettori britannici vuole che il governo cerchi un rapporto più stretto con l’Ue. A rivelarlo un nuovo sondaggio, riportato dal quotidiano The Guardian. Un’inversione di rotta evidente anche in quei collegi elettorali che nel 2016, quando venne deciso il divorzio da Bruxelles, fecero registrare il numero più ampio di “brexiters”.

Brexit, il sondaggio: un rapporto “più stretto” con l’Ue per il 53% dei britannici

Il sondaggio è stato realizzato per conto della campagna internazionalista “Best for Britain” ed è stato condotto su oltre 10mila elettori. Complessivamente, il 53% degli elettori vuole che il governo cerchi un legame più stretto con l’UE rispetto a quello odierno, dopo l’uscita dal mercato unico e dall’unione doganale. Appena il 14%, invece, vuole che il Regno Unito se ne allontani maggiormente. Un altro dato richiama subito l’attenzione: il 63% degli intervistati ritiene che la Brexit abbia creato più problemi di quanti ne abbia risolti. Solo il 21% ritiene che, invece, ne abbia risolti più di quanti ne abbia creati.

Un sondaggio, realizzato all’inizio dell’anno dal quotidiano The Independent, aveva parlato di una ‘Begret’, giocando con i termini “Brexit” e “Regret”, ossia “pentimento”. Già allora i dati avevano evidenziato come il 65% degli intervistati volesse un nuovo referendum.

L’immigrazione nel Regno Unito

Il sondaggio è arrivato dopo la pubblicazione, la scorsa settimana, di dati ufficiali in merito all’immigrazione netta (ufficiale) nel Regno Unito. I dati parlano chiaro: è salita a un nuovo massimo di oltre 606.000 unità nel 2022, con una crescita del 24% rispetto alle 488.000 unità del 2021. E questo nonostante quanto sostenuto dal governo, ossia che la Brexit avrebbe consentito al Regno Unito di tenere sotto controllo i propri confini. Ma non solo. Alcuni giorni fa il Guardian ha evidenziato anche i dati della London School of Economics, secondo i quali le famiglie britanniche avrebbero pagato ben 7 miliardi di sterline, sempre dopo la Brexit, per poter coprire gli aumenti legati alle importazioni di prodotti alimentari dall’UE a causa delle nuove barriere commerciali.

Intanto il governo del premier Rishi Sunak ha cercato di risolvere alcune questioni legate al post -Brexit, come l’accordo tra il Regno Unito e l’Ue sul protocollo dell’Irlanda del Nord.