Settimana corta dipendenti bancari, è arrivato l’accordo tra Banca Intesa e i sindacati di categoria che riguarderà anche lo svolgimento del lavoro in modalità smart working. La settimana corta, che prevede la distribuzione dell’orario di lavoro per quattro giorni a settimana, fa da apripista per l’intero settore bancario, già alle prese con il rinnovo del contratto nazionale che riguarda 280.000 lavoratori. Sul nuovo contratto, i sindacati uniti hanno già aperto la piattaforma condivisa di contrattazione sulla quale sono riportate le richieste per il nuovo triennio 2023-2025 e aumenti di stipendio fino a 435 euro lordi mensili.
Per quanto riguarda la settimana corta, Intesa Sanpaolo ha raggiunto l’accordo con la Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), la Federazione italiana Reti di servizi del terziario (First Cisl), la Federazione italiana sindacato assicurazioni credito (Fisac Cgil), il Credito, esattorie e assicurazioni (Uilca Uil) e l’Unità sindacale lavoratori bancari (Unisin) dopo un intenso confronto e un importante passo in avanti sullo smart working, con la garanzia per i lavoratori coinvolti di regole certe per la gestione dei cambiamenti innovativi che stanno trasformando rapidamente il settore bancario.
Settimana corta bancari, cosa prevede l’accordo Intesa Sanpaolo?
Arriva la settimana corta per i lavoratori dipendenti di Intesa Sanpaolo, la più grande banca italiana che fa da apripista a nuovi accordi di riduzione delle giornate lavorative e regole certe sullo smart working. Nella giornata di ieri, 26 maggio 2023, i sindacati di categoria e Intesa Sanpaolo hanno aderito all’intesa che prevede la distribuzione dell’orario di lavoro settimanale su quattro giorni e non più su cinque, con orario di lavoro di nove ore giornaliere. L’accordo arriva dopo il tentativo dello scorso anno, andato poi fallito, sugli stessi argomenti.
Smart working in Intesa Sanpaolo, ultime notizie
Secondo quanto emerso finora sull’accordo di Intesa Sanpaolo, la settimana corta sarà introdotta in 40 filiali di grosse dimensioni della Banca dei Territori, dove i lavoratori potranno optare per l’orario di nove ore giornaliero per quattro giorni a settimana. Per altre 250 filiali di più ridotte dimensioni, il via alla settimana corta arriverà nel prossimo mese di novembre. Inoltre, Intesa Sanpaolo prosegue anche con la flessibilità degli orari. In particolare, quello di entrata è fissato tra le 7:00 e le 10:00 del mattino, mentre quello di uscita può avvenire in qualsiasi modalità. Sullo smart working, l’accordo mira a coinvolgere i lavoratori nella direzione della flessibilità e della conciliazione del tempo libero con la vita lavorativa, prevedendo nuove modalità di organizzazione del lavoro.
Settimana corta bancari, per chi e quali sono orari di lavoro: ultime novità su rinnovo contratto 2023-2025 e aumento stipendi
L’accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati per la settimana corta e lo smart working comporta anche delle variazioni in termini monetari. Infatti, chi lavora in smart working vedrà riconoscersi un aumento di 4,50 euro del buono pasto, un passaggio necessario per arrivare all’importo pieno spettante anche se si lavora a distanza. Inoltre l’intesa prevede anche nuove formulazioni del diritto alla disconnessione, con garanzie ai dipendenti sulla possibilità di segnalare eventuali inosservanze sull’argomento. Quello di Intesa Sanpaolo rappresenta il primo passaggio verso il rinnovo del contratto nazionale che riguarderà i dipendenti di tutte le banche italiane. La trattativa è già in corso da alcuni mesi e riguarda, in tutto, circa 280mila lavoratori. Sulla piattaforma condivisa dai sindacati, la richiesta è per la riduzione dell’orario lavorativo da 37,5 ore alla settimana a 35 ore.
Inoltre, i sindacati chiedono aumenti degli stipendi pari a 435 euro lordi mensili, parametrando l’importo alla figura di riferimento A 34L. Tra le altre richieste, figurano gli aumenti dei buoni pasti minimi a 4 euro se cartacei, mentre per quelli elettronici il minimo dovrebbe salire a 8 euro. Sulla base dell’accordo di Intesa Sanpaolo, nella piattaforma unitaria i sindacati richiedono che il buono pasto sia riconosciuto a tutto il personale, a prescindere dai livelli e dalle aree, anche se l’intervallo non dovesse essere previsto (lavoratori nelle modalità part time, agile e telelavoro).