Rendite finanziarie: si tratta dei redditi che derivano da investimenti di natura finanziaria, come dalla compravendita di titoli, azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari. I proventi che derivano da questi investimenti, possono includere anche interessi e plusvalenze. Sui guadagni è applicata un’imposizione fiscale, una tassazione che può avvenire in diversi modi.
Può essere applicata una ritenuta alla fonte oppure una tassazione separata. Insomma, si tratta di un argomento molto vasto che nel testo tratteremo nel modo più semplice possibile. Spieghiamo, quindi, come funziona la tassazione sulle rendite finanziare e quali sono, se presenti, le agevolazioni fiscali.
Come sono tassate le rendite finanziarie
Le rendite finanziare sono i proventi che derivano dagli investimenti di natura finanziaria. A seconda della natura dei redditi, viene applicata una specifica tassazione. In base al Tuir, vengono classificate in tre tipologie:
- Redditi di capitale;
- Redditi diversi;
- Redditi Irpef ordinari.
Al di là della tipologia, però, l’aliquota fiscale è fissa e proporzionale e, quasi sempre, è pari al 26% per tutte le attività che sono detenute da persone fisiche, non in regime di impresa. Ciò vuol dire che la tassazione non è progressiva e, quindi, non varia in base al reddito.
Tra i numerosi obiettivi della riforma fiscale, c’è anche quello di introdurre una nuova modalità di tassazione. In base al disegno di legge delega, i proventi derivati dagli investimenti saranno raggruppati in una categoria dal nome “redditi finanziari”. Questa macro categoria includerà gli interessi, i dividendi e i guadagni ottenuti dalla vendita di asset finanziari. Per quale motivo si intende formare un’unica categoria? In questo modo, si punta a superare la distinzione tra i redditi di capitale e i redditi diversi. La tassazione si baserà solo sul principio di cassa, ovvero sul quando, effettivamente i profitti vengono incassati.
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Come si pagano le tasse
In base al regime scelto tra amministrato, dichiarativo e gestito, le tasse devono essere pagate in modi diversi.
Nel primo caso, ovvero nel regime amministrato, l’intermediario finanziario agisce in qualità di sostituto d’imposta: paga le tasse e accredita sul conto il risultato netto scaturito dalla vendita.
Nel caso del regime dichiarativo, le tasse si pagano presentando la dichiarazione dei redditi.
Infine, nel regime gestito, l’intermediario agisce come sostituto d’imposta e gestisce il portafoglio dei titoli per conto proprio. Come si calcola l’imposta? Il calcolo si effettua sul principio di competenza.
Ecco le agevolazioni fiscali
Per concludere, dobbiamo parlare di alcune agevolazioni fiscali. Parte delle rendite finanziare, infatti, possono godere di un apposito trattamento fiscale e sono soggette a regimi particolari. Per esempio, vi rientrano i proventi derivati dai titoli di Stato: possiamo fare l’esempio dei Bot e dei Btp. Oltre, ovviamente, ai prodotti di risparmio postale come i buoni postali fruttiferi.
Queste particolari categorie godono di un’aliquota fiscale del 12,5%. Si tratta di un vantaggio non di poco conto, in quanto si è soggetti ad una più bassa imposizione fiscale rispetto agli investimenti sui quali si applica l’aliquota fissa del 26%.
Ci sono anche altri tipi di investimenti che godono di trattamenti fiscali molto più agevolati. Per esempio, sulle rendite dei fondi pensione Inps viene applicata l’aliquota del 20%.
I proventi che derivano dalla partecipazione in OICR vengono tassati al 26%, ma se la partecipazione supera il 5% vengono applicate le aliquote Irpef.
Ci sono anche alcune eccezioni, molto limitate, che prevedono esenzioni fiscali, applicabili solo a determinate situazioni come, per esempio, ai Piani individuali di risparmio, ma solo se si detengono per almeno cinque anni.
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