Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, era atteso all’auditorium del Palazzo di giustizia di Firenze, per la cerimonia di commemorazione della strage di via dei Georgofili del 27 maggio 1993.
Il presidente Mattarella è stato accolto all’esterno del Palazzo di Giustizia per le commemorazioni dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani e dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. La cerimonia è riservata ad un ristretto numero di invitati. Sarà presente una delegazione dell’Associazione tra i Familiari delle vittime della Strage di via dei Georgofili. Dopo aver ascoltato i vari interventi il presidente Mattarella ha lasciato la cerimonia senza parlare.
Il sindaco Nardella: “Intitoleremo parco San Donato al magistrato Piero Vigna”
Il primo ad intervenire il sindaco di Firenze Nardella che lancia una proposta d’idea della sua amministrazione per l’intitolazione al magistrato Piero Vigna del parco di San Donato nel capoluogo toscano.
“Credo che questo grande parco che è anche un pezzo di Firenze nuova porti il nome di Vigna, un magistrato straordinario, uno dei protagonisti della lotta alla mafia negli anni ’90 che ha dato il via al maxiprocesso del 1996 insieme ad altri grandi uomini, penso a Chelazzi, a Caponnetto, Nicolosi. Questi uomini – sottolinea Nardella – hanno incarnato la grande risposta dello Stato e delle Istituzioni alla violenza della mafia e per questo credo che sia doveroso che Firenze dedichi una sua parte, in particolare questo grande parco a ridosso del palazzo di giustizia, a Vigna. Una persona simpatica, socievole, che io ho avuto la fortuna di conoscere, dotato di una grandissima integrità morale e di un grande senso di sacrificio come molti suoi colleghi”
Il presidente Giani: “Segnò Firenze ma generò una reazione civile”
Dopo il sindaco Nardella è stato il turno del presidente della Toscana Giani. Il presidente ha sottolineato come la strage del maggio del 1993 in centro a Firenze segnò per sempre nell’anima la città.
“La strage dei Georgofili ha segnato profondamente Firenze e l’Italia, una strage drammatica che pose di fronte a Firenze il fatto che la mafia poteva essere in mezzo a noi. Ricordo la settimana successiva alla strage le assemblee degli studenti, lo sdegno della città. Da quella capacità di reazione arrivò anche l’impulso a magistrati bravissimi che sono riusciti a ricostruire tutto il percorso criminoso e portare a 32 condanne esemplari. La strage dei Georgofili è un punto di riferimento della reazione civile e della capacità della giustizia di fare giustizia. E in questo momento il presidente della Repubblica suggella il significato e la reazione del contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata”.
Dopo il presidente Giani è intervenuta la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra alla commemorazione della strage di Via dei Georgofili.
“Per me che, pur non essendovi nata, abito a Firenze da tanti anni, il boato della notte fra il 26 e il 27 maggio del 1993 è stato il segno atroce della mia appartenenza alla città, alla sua storia e al suo valore. Ho sentito di dovere tributare a questa città riconoscenza per la capacità di reagire a una strage odiosa e voglio ribadire ora questo sentimento, che si associa a poche altre parole, legate alla mia esperienza di giudice costituzionale”.
A chiudere le commemorazioni il presidente del Senato Ignazio La Russa in un messaggio inviato per l’occasione esprimendo la commossa vicinanza alla città e ai parenti delle vittime.
“Indelebile è in tutti noi il ricordo della scellerata violenza mafiosa che la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 ha colpito al cuore la città di Firenze e tutta l’Italia con trecento chilogrammi di esplosivo che hanno spezzato vite innocenti, cagionato oltre quaranta feriti e deturpando luoghi di arte e di storia. Ma indelebile deve anche essere il ricordo del coraggio e dell’orgoglio con cui a Firenze e in ogni altro luogo del nostro Paese, nelle Istituzioni così come in ogni ambito della società, l’Italia seppe sconfiggere il ricatto della paura. Ecco quindi che questa cerimonia, oltre ad essere un’irrinunciabile occasione per rinnovare un comune abbraccio ai familiari delle vittime di via dei Georgofili ed a chi porta le cicatrici visibili e invisibili di quella vile strage di mafia, rappresenta altresì un’opportunità per non dimenticare quanto essere nazione significhi riconoscersi in un comune legame identitario. Un legame su cui costruire una comunità nazionale sempre più unita nella difesa di quei valori fondamentali di legalità e giustizia che sono cardine della nostra democrazia e della nostra libertà”.