Alluvione Cnr: “Ci sono tante parole nelle bocche dei politici ma poi alla fine gli investimenti sono estremamente pochi. Si parla tanto di Pnrr ma partecipando a questi progetti posso assicurare che questi sono soldi investiti male per la ricerca, e lo dico da ricercatore. Noi spendiamo tempo a stare dietro alle rendicontazioni piuttosto che a fare l’attività di ricerca. Ci sono tantissime cose che potremmo fare in modo efficacie e trasferirle ai territori, che purtroppo mancano di competenze”, così Mauro Rossi, ricercatore dell’Istituto di ricerca sulla protezione idrogeologica del Cnr, durante il Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.

Alluvione in Emilia Romagna: da dove deve partire la ricostruzione secondo il Cnr

Le alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna hanno finora causato 15 vittime e danni gravissimi al territorio. Mentre alcune città sono ancora immerse nel fango, a livello centrale è si discute di ricostruzione.

Ci sono due cose da tenere in considerazione per la ricostruzione – spiega Rossi. Non cambiamo solo la copertura del suolo. Quando si parla di consumo di suolo ci riferiamo alla copertura. Ad esempio da un campo arato a una superficie impermeabilizzata. Solitamente si parla solo di quello che avviene in prossimità dei fiumi ma in realtà centra tanto anche quello che succede a monte, nei bacini di questi fiumi. Noi abbiamo sbagliato tanto nel trattare un movimento naturale come quello del fiume come se fosse controllabile in tutte le sue espressioni. Ci sono interi filoni di ricerca che spiegano che questo non è sempre possibile. Da qui si dive ripartire. Non si parte solo dal cambiamento di copertura del suolo in prossimità delle città, si parte dal bacino e da una politica che rispetti questo elemento naturale nella sua dinamica naturale”.

Il ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci, nel corso dell’informativa urgente alla Camera ha detto chiaramente che l’Italia è più propensa a ricostruire che a prevenire.

È vero quello che ha detto il ministro Musumeci sull’alluvione – commenta il ricercatore del Cnr. Noi siamo sempre stati in campo come centro di competenza della Protezione Civile in diverse emergenze e purtroppo questo è quello che accade normalmente. Noi agiamo solo quando vediamo gli effetti disastrosi e non pensiamo invece a prevenire. Questo ha una differenza di costo estrema”.

Il nesso tra il consumo di suolo e l’alluvione

Molto si è detto sul problema della gestione del territorio. Spesso gli uffici pubblici sono sotto-dimensionati e mancano le giuste competenze.

Ci sono tantissimi interventi che si possono fare. Interventi conosciutivi innanzitutto. Pensiamo di avere la piena conoscenza di quello che accade, ma se pensiamo ai fenomeni idrogeologici che caratterizzano il nostro territorio abbiamo solo una sottostima. C’è un chiaro problema nel settore locativo. Non riusciamo a traferire quanto vorremo”, chiarisce il geologo.

Molti sostengono che parlare solo di cambiamenti climatici è fuorviante, almeno per quanto riguarda questa zona d’Italia abituata da tempo a questi eventi atmosferici.

È più importante il cambiamento climatico in sé o come noi reagiamo a questo cambiamento climatico? Questa è una questione fondamentale. Assunto che il cambiamento climatico è inequivocabile noi comunque possiamo prenderne atto e adottare delle strategie tali da mitigare gli effetti. Questo richiederebbe pianificazione e quindi prevenzione“, chiosa Rossi.