Roma, aeroporto di Ciampino, ore 10:13 del tredici maggio 2023.
L’Airbus A319-115X (CJ) della Repubblica Italiana, in dotazione al 31° stormo “Carmelo Raiti” dell’Aeronautica militare, attivo nell’aeroporto di Roma – Ciampino, partito da Jasionka in Polonia, vicino la città di Rzeszow a 172 Km a Ovest di Leopoli (Ucraina), con il presidente Zelensky atterra a Roma.
Inizia dall’Italia il viaggio ufficiale, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in Europa. La prima tappa del viaggio, simbolicamente cosi importante per la resistenza e la speranza di un popolo che lotta ormai da oltre quattrocento giorni per la sua sopravvivenza e integrità territoriale, inizia dalla capitale.
Roma, che già nell’antichità era definita “caput mondi”, ossia capitale del mondo, è il punto di partenza di un viaggio istituzionale per unire i valori di libertà e sovranità territoriale sulla quale l’Europa è fondata, alla resistenza del popolo ucraino.
Ingenti le misure di sicurezza messe in campo per garantire l’incolumità del presidente ucraino durante l’intera permanenza, e lungo tutti gli spostamenti nella capitale per incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e Papa Francesco.
Roma blindata, il piano di sicurezza della capitale
Con oltre mille uomini delle forze dell’ordine, dispiegati nella capitale, tra unità anti-terrorismo, carabinieri e reparti della polizia SOS (Squadre Operative di Supporto), API (Associazione Poliziotti Italiani) e UOPI (Unità Operative di Primo Intervento), è stato messo in capo un ingente piano di sicurezza.
Nelle ventiquattro ore precedenti all’arrivo del presidente Zelensky a Roma, i reparti cinofili della polizia e carabinieri, con il fiuto degli agenti a quattro zampe, hanno scandagliato le aree sensibili alla ricerca di eventuali armi o ordigni occultati. Unità specializzate delle forze dell’ordine, hanno setacciato il sottosuolo con meticolose ispezioni delle reti idriche e fognarie per individuare esplosivi, o altri pericoli, posti nelle immediate vicinanze dei luoghi sensibili della visita del presidente ucraino nella capitale.
Tutto è stato curato nei minimi dettagli, ai reparti a cavallo della polizia e carabinieri è stato affidato il pattugliamento dei parchi; garantendo un fitto cordone di sicurezza anche nelle aree più vaste e difficili da sorvegliare. Ai reparti fluviali della polizia, con l’ausilio di mezzi anfibi, è stato affidato il pattugliamento del Tevere; evitando la possibilità d’intrusioni ostili lungo la dorsale idrica della capitale. Controlli ferrati sono stati resi operativi anche nelle stazioni ferroviarie, metropolitane e aeroporti; permettendo alle forze dell’ordine di garantire l’ordine pubblico.
Anche i cieli della capitale, sorvegliati con gli elicotteri del servizio aereo della polizia di stato, sono stati chiusi al traffico aereo non autorizzato con una rigida no fly zone per impedire, a velivoli e droni non autorizzati, il sorvolo delle zone sensibili.
L’arrivo di Zelensky a Roma, l’accoglienza del ministro Tajani
Al suo arrivo, all’aeroporto di Ciampino, il presidente Volodymyr Zelensky è stato accolto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Tra sorrisi e strette di mano, con un ingente numero di uomini dei reparti speciali della polizia schierati in un fitto cordone di sicurezza, i due leader hanno scambiato reciproci convenevoli di cortesia; a dimostrazione degli ottimi rapporti diplomatici tra Italia e Ucraina.
I pochi minuti di permanenza del presidente Volodymyr Zelensky nell’aeroporto di Ciampino racchiudono un elevato significato istituzionale. Per la prima volta, dopo oltre quattrocento giorni di dura resistenza all’invasione russa, il presidente ucraino giunge nella capitale d’Italia, la città eterna, come prima tappa del suo viaggio in Europa.
Mattarella riceve Zelensky, la prima tappa del viaggio in Italia
Al Quirinale la cerimonia, per accogliere il presidente Volodymyr Zelensky, segue il protocollo riservato alle visite ufficiali di stato con gli onori militari.
Sul torrino del Quirinale, il tricolore italiano e lo stendardo del presidente della Repubblica sono issati sul pennone più alto. Più in basso, alla sinistra la bandiera dell’Ucraina mentre a destra svetta la bandiera europea; simbolicamente la bandiera ucraina che sventola insieme al tricolore e alla bandiera europea ha un forte significato sulla vicinanza dell’Italia, e dell’intera Europa, ai valori di libertà e sovranità territoriale difesi dalla resistenza ucraina.
L’arrivo del presidente Volodymyr Zelensky al Quirinale è accolto dal presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Con un clima disteso, di profondo rispetto, Mattarella accoglie Zelensky con una cordiale stretta di mano e un breve colloquio; Zelensky al fianco di Mattarella, come da protocollo, assiste agli onori dei reparti e ai rispettivi inni nazionali.
L’ingresso nella Sala degli Arazzi, per i colloqui ufficiali, è accompagnato dal rituale saluto dei presidenti alle rispettive delegazioni di ministri invitati a partecipare; per l’Italia tra i presenti il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il segretario generale della presidenza Ugo Zampetti, il consigliere per gli affari diplomatici Fabio Cassese, il consigliere Francesco Saverio Garofani, il consigliere per la stampa e la comunicazione Giovanni Grasso, il consigliere per gli affari militari Giovanni Candotti, l’ambasciatore d’Italia a Kiev Francesco Zazo e il consigliere dell’ufficio Affari diplomatici Alberto Comito.
Secondo quanto riportato da note ufficiali, il colloquio tra il presidente Sergio Mattarella e il presidente Volodymyr Zelensky si è svolto in un clima di profonda armonia e rispetto reciproco; espressive le parole del presidente Mattarella:
“Un onore averla qui a Roma. Ho chiesto di incontrarla nuovamente dopo il nostro colloquio di anni addietro, anche se in questa condizione diversa, noi siamo pienamente al vostro fianco. Benvenuto presidente”
Nel colloquio, durato circa trenta minuti, si è parlato dell’importanza delle sanzioni economiche, imposte a Mosca, nel tentativo di tagliare i fondi economici necessari per alimentare la macchina da guerra russa. Particolare attenzione è stata riservata ai temi attinenti alla sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, oggetto più volte di pesanti bombardamenti nelle zone limitrofe. Mattarella e Zelensky hanno affrontato anche il delicato tema della ricostruzione, dove l’Italia intende giocare un ruolo di primo piano, e l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea per la quale l’Italia offre pieno sostegno ribadita dalle parole del presidente Mattarella:
“La decisione dell’Unione Europea di avviare il processo d’integrazione dell’Ucraina è stata storica. L’Italia punta ora ad aiutare l’Ucraina per il raggiungimento dei parametri”.
A margine dell’incontro, il presidente Volodymyr Zelensky ha ringraziato l’Italia per il sostegno militare e istituzionale ricevuto:
“Grazie all’Italia per l’importante assistenza militare, che dà all’Ucraina la capacità di resistere all’aggressione russa”.
Sono grato per la posizione coerente sul sostegno all’Ucraina”.
“L’Italia”, ha concluso, “era ed è dalla parte giusta, dalla parte della verità in questa guerra. Ci stiamo muovendo nella direzione della vittoria. La vittoria significa la pace per il nostro Stato”.
Bi-laterale tra Meloni e Zelensky, Roma per una pace giusta
A Palazzo Chigi, l’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è accolto dalla premier Giorgia Meloni e dal picchetto d’onore dei lancieri di Montebello e dai granatieri di Sardegna.
All’ingresso del cortile di Palazzo Chigi, il presidente Zelensky percorre, con passo deciso, i pochi metri del tappeto rosso, riservato per le visite di stato e istituzionali, che lo dividono dalla premier Meloni; la premier Italiana con estrema cortesia, percorre pochi passi verso il presidente ucraino con le braccia tese pronta ad accoglierlo. Cordiali scambi di convenevoli, con rispettivi sorrisi a testimoniare il clima disteso tra i due leader, sono seguiti dalla rappresentativa stretta di mano; gesto nel quale è racchiuso il profondo rispetto e sostegno reciproco.
Il colloquio riservato tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente Volodymyr Zelensky, durato settanta minuti in lingua inglese senza la presenza d’interpreti, è stato l’occasione per ripetere il sostegno militare e istituzionale dell’Italia all’Ucraina.
Significative sono state le dichiarazioni della premier Meloni al termine del colloquio istituzionale, con le quali si rivendica il pieno sostegno dell’Italia anche per l’adesione alla NATO dell’ucraina:
“Siamo pronti a sostenere un’ulteriore intensificazione del partenariato dell’Ucraina con la Nato, ne parleremo a Vilnius al vertice di luglio, sarà probabilmente il tema centrale”.
La premier Meloni esprime anche il pieno sostegno a Kiev per una pace giusta, ripetendo che l’Italia contribuirà per ottenere un accordo di pace che possa essere pienamente condiviso dal popolo ucraino:
“Per tutto il tempo necessario, e oltre, la nostra nazione continuerà a fornire assistenza bilaterale e multilaterale e ci sarà la nostra convinta adesione agli accordi per l’applicazione delle sanzioni e il nostro sostegno alla pace, purché sia una pace giusta. Non siamo così ipocriti da chiamare pace qualsiasi cosa che possa somigliare a un’invasione. No a nessuna pace ingiusta, imposta all’Ucraina. Qualsiasi accordo di pace dovrà essere condiviso dal popolo ucraino e l’Italia contribuirà a questa direzione”.
Zelensky a Roma, un’analisi della prima tappa del viaggio in Europa
Da oltre quattrocento giorni dal ventiquattro febbraio del 2022; quando l’esercito russo invadendo l’Ucraina violava legittimamente, con l’intento di condurre un’operazione speciale, la sovranità territoriale di una nazione democraticamente libera si assiste al conflitto militare tra Mosca e Kiev.
Per l’Europa, energeticamente vincolata a Mosca dalle forniture di gas metano, ma democraticamente vicina ai valori di libertà e integrità territoriali rivendicate e duramente difesi dal popolo ucraino, si apriva una fase di forte instabilità economica; scaturita dalla rapida impennata dei prezzi delle materie prime energetiche e dalla crisi del grano.
La rapidità con la quale gli stati europei hanno messo in campo politiche energetiche in grado di svincolarsi dalla dipendenza energetica russa, e le forti sanzioni economiche imposte per l’export russo dalle nazioni strette nell’Alleanza Atlantica; hanno determinato forti perdite economiche per la Russia, compromettendo le finanze russe destinate ad alimentare economicamente la propria macchina da guerra. Il sostegno fornito all’Ucraina dalla NATO, con un coinvolgimento non diretto nel conflitto con la Russia ma limitandosi solo alla fornitura di materiale bellico necessario a sostenere la resistenza di Kiev, ha permesso di ostacolare l’invasione russa evitando la perdita della sovranità territoriale dell’Ucraina.
In un periodo storico nel quale la coesione sia della NATO, come alleanza politica intergovernativa per la cooperazione e la difesa, ma anche dell’Europa sembravano essere scese ai minimi; la crisi scaturita dal conflitto in Ucraina ha permesso di rafforzare la coesione e la collaborazione tra gli stati membri sia della NATO sia dell’Europa.
Storicamente, a livello europeo, le relazioni diplomatiche tra Roma e Mosca, sono state contraddistinte sempre da toni collaborativi e pacati; tanto che in alcuni casi, Mosca vedeva in Roma un possibile interlocutore per le relazioni con l’Europa.
Con l’adesione dell’Italia sia alle sanzioni economiche imposte alla Russia ma anche con la fornitura di materiale bellico a sostegno dell’Ucraina, i rapporti diplomatici tra Roma e Mosca si sono progressivamente deteriorati.
Zelensky iniziando il suo primo viaggio ufficiale in Europa, dopo l’invasione russa, proprio dall’Italia ha la possibilità, a livello internazionale, di ottenere un duplice risultato. Se da un lato, con l’invasione dell’Ucraina Mosca ha ottenuto l’esito contrario sulle sorti della NATO; rendendola ancor più unita, nella cooperazione degli stati membri, e ottenendo l’adesione della Finlandia e la richiesta di adesione della Svezia. Dall’altro, la netta presa di posizione dell’Italia a sostegno dell’Ucraina, condannando l’invasione Russa, ha determinato per Mosca la perdita di una nazione europea diplomaticamente collaborativa con Mosca.
Gianni Truini