Limitare i decreti al naturale perimetro di necessità e urgenza, non caricarli – anche nel corso dell’esame in Parlamento – di articoli ‘non omogenei’ alla materia, rendendoli di fatto provvedimenti omnibus. è questo il messaggio rinnovato ieri da Sergio Mattarella ai presidenti delle Camere Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa nel corso di un incontro al Quirinale. La fattispecie è cara al Capo dello Stato che sul tema più volte in passato ha esercitato la sua moral suasion. Per iscritto, come accaduto con Mario Draghi con il decreto Sostegni bis o, nell’ultimo caso, con il primo decreto Milleproroghe targato Meloni, con l’esplicito riferimento alle concessioni balneari. O facendo in qualche modo arrivare alle forze politiche i suoi rilievi, come accaduto recentemente con il decreto Cutro o quello sulle Bollette.

D’accordo i Presidenti delle Camere

Sono i presidenti delle Camere, ha sempre ribadito il Colle in questi mesi, quando gli si imputavano interventi sui diversi decreti del Governo, la decisione di ammettere o meno gli emendamenti. Ed è questo che Mattarella ha voluto sottolineare, in una stagione nella quale frequente è l’utilizzo da parte dell’esecutivo della decretazione d’urgenza: 27 quelli approvati dall’inizio della legislatura a fronte di 5 leggi ordinarie. “Sarà una prassi, saranno incontri con scadenza continuativa, sui lavori parlamentari e sulla situazione in generale”, assicura Lorenza Fontana. La ministra delle Riforme Elisabetta Casellati condivide il monito arrivato dal Colle: “Non è la prima volta che il presidente della Repubblica ha richiamato sui decreti omnibus. Mattarella lo ha sempre fatto. Il problema è che da troppi anni ci sono emergenza gravi. Una condizione che comporta spesso il fatto che in un decreto si mettano norme che toccano emergenze varie. Il capo dello Stato richiama ed è giusto perché è altrettanto giusto che ci sia una tecnica normativa da rispettare. Per quanto mi riguarda, da presidente del Senato ne ho avuto contezza”, ricorda.