Simo Häyhä “la morte bianca“ è nato il 17 dicembre 1905 nella città di Rautjärvi, in Carelia, regione della Finlandia sud-orientale, vicino al confine con la Russia , settimo degli otto figli di Juho Häyhä e Katriina Vilkko, una coppia di agricoltori luterani proprietari di una fattoria in cui il piccolo Simo era solito aiutare i genitori nelle attività di pesca e allevamento del bestiame .Della sua infanzia e della sua istruzione non si hanno molte informazioni.
Simo Häyhä, la sua storia
A 17 anni entrò a far parte della Guardia Civile nella milizia volontaria della Finlandia indipendente (Suojeluskunta) , mentre nel 1925 entrò nell’esercito della Finlandia indipendente. Durante la guerra d’inverno (1939-1940) tra Finlandia e Unione Sovietica prese parte al conflitto operando come cecchino, inquadrato nella 6ª compagnia del Reggimento di Fanteria 34, sotto il comando del tenente Aarne Juutilaineneroe nazionale finlandese ricordato nella storia come “il terrore del Marocco“. Il suo addestramento militare e diverse sue battaglie avvenivano in territori caratterizzati da temperature molto rigide e con scarsa visibilità. Per questo Häyhä sviluppò tecniche di cecchinaggio che gli permisero di mantenere al più alto livello possibile la sua efficienza fisica e le sue capacità di tiro.
Tra le diverse tecniche di cecchinaggio che “ la morte bianca “ studiò ed adoperò , ci fu quella di sparare sempre dal terreno, fatto assai raro per un cecchino, in quanto la tendenza dei tiratori scelti è ovviamente quella di posizionarsi sempre in zone sopraelevate rispetto al passaggio del nemico. “La morte bianca“ usava un fucile Mosin Nagant russo modificato in Finlandia, chiamato “bassotto”, un fucile adoperato anche dall’esercito russo e da altri stati principalmente prodotto durante il 1891 e il 1950. Inoltre egli usò spesso anche un Suomi KP-31, ovvero una pistola mitragliatrice finlandese , e portava sempre con sé pochissimo equipaggiamento per muoversi velocemente.
Tra i vari motivi del suo successo vi è la tattica russa d’attacco a ondate che procurava bersagli molto ravvicinati e scoperti. Häyhä, come accennato, sfruttava tecniche assolutamente insolite tra i cecchini, in particolare, usava tacche di mira fisse piuttosto che un’ottica telescopica, in quanto riteneva che un eventuale riflesso sulla lente dell’obiettivo avrebbe potuto rivelare la sua posizione. Nonostante l’assenza di un mirino telescopico, riusciva a centrare obiettivi anche da distanze superiori ai 400 metri. Häyhä inoltre si muoveva sempre da solo durante le operazioni, rimanendo acquattato nella neve e sopportando per ore temperature che andavano dai -20 ai -40 °C, al contrario degli altri cecchini finlandesi che solitamente si posizionavano sugli alberi.
Häyhä vestiva sempre di bianco per mimetizzarsi nella neve, che era solito compattare di fronte alla canna del suo fucile per non farla sollevare nello sparo. Inoltre, con l’approssimarsi del nemico, nell’imminenza dell’azione, si metteva sempre della neve in bocca per evitare di produrre condensa con il respiro e rivelare così la sua posizione.” La morte bianca viene soprattutto ricordato nella battaglia di Kollaa dove i soldati dell’Armata Rossa uccisi da parte di Simo col solo cecchinaggio raggiunse il numero di 542. Questi numeri sono giudicati attendibili in quanto il conteggio giornaliero dei morti era pratica in uso presso i cecchini finlandesi anche se il numero di russi da lui uccisi potrebbe essere superiore agli 800. Morirà ad Hamina, 1º aprile 2002 .
Belfiore Asia