La Russia è pronta al dialogo con l’Ucraina tramite un efficace lavoro di mediazione: parola di Vladimir Putin, che ha ribadito la propria disponibilità durante un colloquio con il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Lo si legge in un comunicato diffuso dal Cremlino.
Il presidente russo, tuttavia, ha sottolineato a Lula come la via diplomatica sia “ancora bloccata da Kiev e dai suoi sponsor occidentali”. Dal canto suo, il leader brasiliano ha dato il suo assenso a condurre un dialogo tra le due parti, allo scopo di ottenere una soluzione pacifica del conflitto.
Nel suo colloquio con Putin, Lula ha sottolineato che oltre all’apporto del Brasile, anche altri Paesi come India, Indonesia e Cina sono disposti a dialogare per la pace in Ucraina. Lo riporta lo stesso Lula, che riferisce le sue impressioni a caldo dopo il suo incontro con Putin su Twitter.
Ho appena parlato al telefono con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’ho ringraziato per l’invito a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo e gli ho risposto che al momento non posso andare in Russia, ma ho ribadito la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace.
Russia dà la sua disponibilità al dialogo, il commento dall’Ucraina: “Qualsiasi compromesso sconfitta della democrazia”
L’Ucraina, tuttavia, non ci sta a rinunciare a territori che sente propri. Lo conferma, ancora una volta, il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, che su Twitter considera gli auspici della Russia una “sconfitta della democrazia”.
Qualsiasi ‘scenario di compromesso’ che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina, di cui periodicamente parlano ‘fonti anonime’ nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale.
Podolyak sottolinea come la possibilità che Mosca mantenga il possesso delle regioni occupate, paventata anche dalla Cina, “è il caro sogno della Russia”. Ancora niente da fare, dunque, sulla possibilità di un accordo. Ciononostante c’è chi resta dell’idea che le due parti giungeranno a un compromesso: ne è convinto Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, che ipotizza un cessate il fuoco entro la fine dell’anno.