L’Italia del futuro, il Pnrr, il sistema bancario e la transizione energetica: c’è grande attesa per l’intervento di Giorgia Meloni al Festival dell’Economia di Trento. La rassegna, giunta alla sua diciottesima edizione, è organizzata dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma.
Il momento cardine della seconda giornata sarà senza dubbio il video intervento della presidente del Consiglio. Sul posto anche alcuni rappresentanti di governo: ci saranno il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il titolare della Giustizia Carlo Nordio e il responsabile del Viminale Matteo Piantedosi.
Meloni al Festival dell’Economia di Trento: gli ospiti di spicco nel corso dell’evento
Tra i temi cardine dell’evento c’è confronto tra gli addetti ai lavori e il grande pubblico. L’economia è spesso un argomento complesso e non alla portata di tutti: per questo uno dei propositi del Festival è tradurre il modo di pensare degli economisti a chi non ha normalmente a che fare con il tema.
Tra gli ospiti anche numerosi giornalisti, imprenditori e manager, tra cui Francesco Gaetano Caltagirone e Luca De Meo, e diversi esponenti del mondo bancario. Tra questi il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, il presidente del consiglio di vigilanza della Bce, Andrea Enria, ed il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro.
Il primo membro dell’esecutivo ad intervenire a Trento è stato il ministro Raffaele Fitto. Il responsabile del Pnrr considera “abbastanza singolare” l’eventualità di “parlare di ritardi”: è invece “indispensabile” guardare a come può essere cambiato il piano per le risorse “dopo che sono successe tante cose”. Sul tema, il ministro auspica “un dibattito sereno, privo di polemiche”.
Il responsabile del Piano di ripresa e resilienza dell’Italia ha poi aggiunto che “c’è un elemento di serietà: non ho avuto allarmismo dalle raccomandazioni dell’altro giorno della Commissione Europea“. Dei tre punti evidenziati dalla Commissione sull’attuazione, va considerato che “solo quattro Paesi hanno presentato il piano modificato” e “su coordinamento tra Pnrr e fondi di coesione, come sul rafforzamento della governance c’è coerenza con l’azione del governo Meloni”.
Meloni: “Critiche vogliono dire che il governo sta andando molto bene. Non gettiamo la spugna sull’evasione”
Poi è toccato a Giorgia Meloni intervenire in videocollegamento.
Il fatto che diversi governi di estrazione politica diversa dalla nostra sentano il dovere di criticarci, non vuol dire che c’è un problema, vuol dire che il governo sta andando molto bene. Una certa narrazione rischia di essere smontata e questo è un problema che alcuni hanno, non con noi, ma con le loro opposizioni interne.
Spostando il focus, un cenno va poi ad annose questioni come il taglio del cuneo e la lotta all’evasione. Il primo tema è definito da Meloni “meglio del salario minimo”.
Abbiamo salari da fame, il problema dell’inflazione, si dice che bisogna immaginare un salario minimo legale e poi si dice anche che abbassare il cuneo e rafforzare le buste paga è inutile: sono cose che non stanno in piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang.
Una chiosa sulla lotta all’evasione fiscale, sulla quale questo governo “non vuole gettare la spugna”. In tal senso, fondamentale sarà l’assunzione, stabilita in Manovra, di “3.900 nuovi funzionari per l’Agenzia delle entrate”.
Penso che si debba andare a combattere l’evasione sulla grande evasione, penso alle frodi sull’Iva, penso allo Stato che patteggia miliardi di euro chiedendo il rientro di milioni, con una disponibilità che non dimostra coi piccoli commercianti.