Durante la Convention annuale dei giovani imprenditori di Confartigianato, tenutasi oggi a Roma, è emerso un dato poco rassicurante: l’Italia è la peggiore in Europa per quanto concerne il conto di giovani inattivi. Secondo Confartigianato infatti, sarebbero per 1,6 milioni i ragazzi nel nostro Paese che non hanno lavoro e neppure lo cercano. Inoltre, il tasso sarebbe in continuo aumento.

Misurare il numero di giovani inattivi nel Paese è utile per sondare l’habitat lavorativo in cui i nostri ragazzi andranno a cercare un impiego: la prospettiva delineata dalla Convention di Roma non sembra essere per nulla rosea. Anche per quanto riguarda la distribuzione dei cosiddetti territori youth-friendly per impresa e lavoro, Confartigianato restituisce l’immagine di un’Italia spaccata in due, con il nord che traina e il sud che arranca.

Lavoro per i giovani in Italia, Confartigianato: “La Lombardia è la regione trainante”

Dalle indagini di Confartigianato sul lavoro giovanile emerge come la Lombardia sia la regione che offra maggiori opportunità e spazi di impresa per i giovani che entrano nel mondo dell’occupazione. Seguono a ruota Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. In netta difficoltà sono invece Molise, Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata, in cui un imprenditore alle prime esperienze manca spesso di strutture, finanziamenti e opportunità che gli permettano di sviluppare la sua idea di business.

Cuneo è invece la Provincia a lasciare più spazio lavorativo ai suoi giovani, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso, al cui modello devono evidentemente ispirarsi province come Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa, Taranto, vessate dall’assoluta scarsità di posti di lavoro.

Per Confartigianato

Questa Italia a diverse velocità per l’ambiente che circonda i giovani è all’origine di un nostro record negativo in Europa. Nel 2022 siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000. Per valore assoluto al primo posto nell’Ue, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto alla media europea del 15%.

Il paragone con i nostri colleghi europei è impietoso. La Germania, a esempio, registra il 13,9% di inattività giovanile, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%.

Giovani in attivi e lavoro: il dato peggiora del 3,5% dal 2004

E le cose non sembrano destinate a migliorare. Dal 2004 a oggi il numero di giovani inattivi in Italia è aumentato del 3,5%, in un aumento preoccupante anche in relazione alla famosa “fuga di cervelli” che il nostro Paese registra annualmente verso altri Stati con più opportunità lavorative.

Davide Peli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato sottolinea che, senza l’acquisizione di nuove leve che portino idee innovative, l’industria del Made in Italy, così sponsorizzata dal Governo attuale, rischia di andare in rovina:

I giovani sono il futuro del made in Italy. 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro sono un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente.