“Checca inutile”, una frase sicuramente non elegante e di cattivo gusto. Un insulto per cui il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è stato condannato per diffamazione nei confronti dell’ex portavoce del presidente Conte, Rocco Casalino.
Una multa di 1000 euro e un risarcimento ancora da stimare
L’insulto diffamatorio fu pronunciato da Sgarbi nel corso della puntata del 30 gennaio 2020 della trasmissione condotta da Barbara Palombelli su Rete4. Per Sgarbi quindi si apre la via del risarcimento, per ora si tratta solo delle spese processuali, 3000 euro, e di una multa da 1000 euro. Per quanto riguarda il risarcimento che Sgarbi dovrà versare a Rocco Casalino la decisione arriverà in sede civile, secondo le stime, dovrebbe attestarsi intorno ai 50mila euro.
Le scuse di Sgarbi non bastano in tribunale
Dopo quella brutta uscita il critico d’arte cercò immediatamente di scusarsi giustificando la sua espressione “checca” come un mero sinonimo di omosessuale. Tentativo alquanto maldestro che frettolosamente cedeva il passo al tentativo dell’allora deputato di fare appello all’immunità parlamentare. Sostenendo di non poter essere processato per aver espresso un proprio pensiero in modo libero. Anche questo fu un passaggio azzardato per l’attuale sottosegretario alla Cultura. La Cassazione si è espressa in passato sulla questione, stabilendo che anche un politico che diffama un avversario politico non può godere dell’immunità, in quanto non c’è nesso tra attività parlamentare e diffamazioni.