E’ uno dei migliori giocatori e sportivi della storia, per molti il “GOAT” del calcio, ovvero il migliore di tutti i tempi, stiamo parlando di un calciatore che di presentazioni non ne ha bisogno, Leo Messi infatti è il calcio, il Barcellona, l’Argentina. Ha vinto con entrambi, ha creato un mito che andrà avanti nel tempo grazie ai suoi goal, le sue giocate, il suo stile unico che ha fatto innamorare tutto il mondo.
Quella di dare dei soprannomi ai giocatori è una moda intramontabile nel mondo del calcio, soprattutto in quello sudamericano, dove alcuni appellativi si cuciono proprio addosso ai calciatori e nel caso di Messi quello che lo accompagna da sempre è “Pulga”, che vuol dire Pulce.
Nel corso del tempo gli sono stati attribuiti vari nomignoli come Leproso, Messidona, Mesias, Maestro, Irmao, ma quello che lo contraddistingue veramente è solo uno, Pulce. Non a caso è stato scelto come titolo della biografia autorizzata dal grande campione argentino, scritta nel 2014 da Guillem Balague.
“La Pulga”: l’inventore del soprannome e la spiegazione
E’ proprio all’interno delle pagine di questo libro che è racchiusa la storia del suo soprannome, in un certo senso Lionel Messi è affezionato al nome Pulce perché gli ricorda i suoi esordi, si tratta infatti di un ricordo che affonda le radici nella sua infanzia in Argentina. Questo perché il primo a chiamarlo Pulce per le sue piccole dimensioni unite ad una grande velocità ed agilità fu Rodrigo Messi, uno dei suoi fratelli maggiori.
Ecco che gli rimase addosso anche quando mosse i primi passi importanti nel mondo del calcio, in Spagna. E nonostante nel frattempo la sua bassa statura fosse stata seguita da specialisti del settore e la crescita avesse subito un’accelerata. Minuto rispetto ai suoi coetanei, Messi cominciò la cura dell’ormone della crescita intorno ai 9 anni e quando a 14 anni si presentò al provino in Spagna al Mini Estadi del Barça misurava 1 metro e 48 centimetri. Era quindi ben al di sotto della media e tutti coloro che parteciparono a quel provino rimasero prima tanto impressionati dalla sua statura piuttosto che dalla sua bravura.
Continuarono a chiamarlo Pulce, attribuendogli un’accezione dolce ed affettuosa a quel bambino prodigio che ha dimostrato di essere un campione con la C maiuscola. Arrivato a misurare 1,69 m da adulto, la più grande qualità di Messi non è l’altezza, ma non si discute sul suo talento.
Il simpatico soprannome è rimasto, visto un fisico non proprio da adone: con il lavoro in palestra e l’aiuto medico del Barcellona, Messi è riuscito a raggiungere i 70 kg nel corso del tempo, ma nei primi calci da professionista era decisamente gracile, esile: una Pulga, per così dire.
Alessandro Girola