Nel centro congressi multimediale dell’IFO, a Roma, è andato in scena il congresso “Sessualità e cancro della mammella”. Un evento che ha coinvolto medici, oncologi, ginecologi ma anche pazienti su un tema di cui si parla ancora troppo poco. Il cancro è una malattia che sconvolge, ma da cui si può guarire. Quello del seno cambia anche la fisicità e la psicologia della donna e le cure ormonali condizionano il benessere sessuale e di conseguenza quello della coppia. Tra le responsabili scientifiche dell’evento, la dottoressa Laura Pizzuti, oncologa dell’Ospedale Regina Elena, che ha raccontato in esclusiva a Tag24 gli studi fatti e le esperienze che vive quotidianamente.

“Sessualità e cancro della mammella”: l’evento dell’IFO

Il cancro e la sessualità, due argomenti che rappresentano ancora dei tabù importanti per la nostra società. E invece non deve esserci vergogna, non ci si deve sentire sbagliate, specie se si deve affrontare una battaglia contro il cancro. In primo piano c’è la qualità della vita della paziente e il ritorno alla normalità. Parte da qui l’intervista alla dottoressa Laura Pizzuti, oncologa dell’IFO.

“L’idea di organizzare il congresso nasce da una necessità clinica. Sempre più pazienti affette sono giovani – ha detto la dottoressa Pizzuti – e la nostra società è diventata quanto più sessualizzata. Ci rendiamo conto che è un aspetto fondamentale nella qualità della vita della paziente. Ora emergono dati nuovi e interessanti riguardo terapie alternative a quelle ormonali sostitutive, che oggi non possono più essere prescritte in pazienti che hanno avuto tumori ormono positivi. Per far fronte all’effetto collaterale più frequente per le pazienti, ovvero la secchezza vaginale, oggi esiste la laser terapia ha cambiato il nostro modo di approcciare al sintomo. Secondo me – ha proseguito l’oncologa – la cosa fondamentale di questo congresso è capire che l’attività sessuale non è d’organo, ma parte dalla testa e coinvolge vari aspetti. La malattia porta con sé una serie di preoccupazioni oltre che il disturbo oggettivo nell’atto sessuale. Noi, in quanto oncologi e medici, dobbiamo intercettarlo nelle pazienti che non ne parlano con serenità. Spesso sono restie ad aprirsi e anche noi abbiamo timore a fare determinate domande. Questo muro va abbattuto“.

La sessualità, argomento tabù

La parola ‘cancro’ fa paura, parlarne con semplicità non è ancora concesso anche se tantissimi passi avanti sono stati fatti anche dal punto di vista comunicativo. E parlare di sesso è altrettanto un tabù. “Effettivamente è così – conferma Laura Pizzuti – e purtroppo noi medici facciamo colloqui troppo rapidi. Spesso abbiamo 15/20 minuti di tempo perché fuori dalla porta abbiamo tanti altri pazienti e siamo presi dal rincorrere disturbi di altro genere. Guardiamo più che altro altri aspetti come gli esami ematici, che non ci siano recidive e che la terapia stia funzionando. Spesso non ci rendiamo conto però di ciò che lasciamo dietro. Ovvero tutti questi aspetti collaterali di cui le pazienti fanno fatica a parlare. È davvero raro entrate in sintonia con la paziente in poco tempo. È più facile invece quando facciamo tutto il percorso insieme. Ho un sogno – dice sorridendo la dottoressa dell’IFO – che è quello di creare un ambulatorio condiviso in cui ci sia il chirurgo, l’oncologo, il ginecologo, lo psicologo e anche il dietologo perché anche questo è un aspetto fondamentale”.

Secchezza vaginale, difficoltà ad avere rapporti, calo della libido e tanti altri effetti collaterali che accomunano tantissime donne che sono, tra le altre cose, alle prese con la lotta contro il cancro. “È fondamentale che se ne parli – ha aggiunto l’oncologa – e che si faccia in un ambito di protezione. Molte donne vanno a cercare su Google ed è la cosa peggiore. Tantissime pazienti arrivano terrorizzare dopo aver letto notizie in giro. Alcune pensano che non potranno avere mai più un orgasmo o provare piacere. Non è così. Affrontare la malattia e tutti i suoi effetti è difficile – ha concluso la dottoressa Pizzuti – non ci si deve arrendere mai, ma si può ancora fare tanto, anzi si può ancora fare tutto”.