L’AMR o meglio conosciuta come antibiotico resistenza, è la capacità di un microrganismo di resistere all’azione degli antimicrobici.

L’antibiotico è un trattamento solitamente utilizzato per combattere infezioni nel modo più tempestivo possibile, purtroppo però sta portando a delle conseguenze gravi.

Antibiotico resistenza, quello che c’è da sapere

Ad oggi è una delle minacce che interessa di più la salute pubblica sia a livello globale che a livello europeo, portando sia all’aumento dei costi sanitari sia all’inefficacia di antibiotici contro determinati ceppi batterici. La resistenza è acquisita nei batteri ed è causata dalle mutazioni dei geni cromosomici o dall’acquisizione di geni trasportati da elementi genetici mobili (che si diffondono in maniera orizzontale tra i batteri). I batteri acquisiscono molteplici meccanismi di resistenza e di conseguenza diventano resistenti agli agenti antimicrobici, ciò limita le terapie disponibili contro le infezioni. I fattori principali sono: l’uso continuo di antibiotici e la trasmissione di microrganismi resistenti agli antimicrobici tra esseri umani, tra animali, tra animali ed essere umani ma anche tra uomo-ambiente e animale-ambiente.

L’uso controllato e prudente degli antibiotici è un caposaldo per riuscire a controllare questo fenomeno di resistenza. Di fatti nel piano d’azione europeo “One Health” la sorveglianza alla resistenza antimicrobica è elencata come una questione sanitaria speciale nel regolamento UE 2022/2371 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 novembre 2022, grave minaccia per la salute pubblica. Per quanto riguarda la questione in Italia il Ministero della Salute ha redatto il PNCAR 2022-2025, il Nuovo Piano Nazionale che ha validità fino al 2025 per combattere il fenomeno dall’antibiotico resistenza. L’Italia è uno tra i Paesi UE con il più alto consumo di antibiotici sia nel settore umano che veterinario. In quest’ultimo settore le vendite dell’antibiotico sono più del doppio rispetto al resto dell’Europa. Le ripercussioni non incidono solo a livello sanitario ma anche economico, si è stimato che per combattere infezioni resistenti agli antimicrobici ha un costo compreso tra gli 8.500 e 34.000 euro.

Il Piano rafforza l’approccio “One Health” (un’unica salute tra essere umani, ambiente e animali) per prevenirne la diffusione, inoltre promuove l’uso appropriato e ridurre la frequenza degli antibiotici. Al fine di rendere consapevole la popolazione di questa “pandemia silente”, come è stato detto dal Ministero, è stata diffusa un’infografica con delle raccomandazioni rivolta anche ai proprietari di Pet.

Damiano Mazzoni