Il cancro al seno fa paura, ma i dati oggi ci dicono che la sopravvivenza arriva a oltre il 90% a cinque anni dalla diagnosi ed è da qui che si deve partire. Diventa per questo necessario porre una particolare attenzione alla preservazione della qualità della vita dei pazienti tra cui la sessualità. Di certo non se ne parla facilmente, e spesso la reticenza è sia nei pazienti che nei medici. Per azzerare ogni tabù e trovare soluzioni reali, l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, l’IFO-IRE, ha organizzato il convegno “Sessualità e cancro della mammella”.

Cancro al seno e sessualità

Quella della sessualità una sfera carica di controversie: tabù, preconcetti, giudizi. Non serve nulla di tutto questo, serve invece poterne parlare. Il tumore della mammella o quello della prostata, anche se l’argomento può essere allargato in generale ad ogni tipo di tumore che provoca un danno esistenziale e tanta preoccupazione nel paziente, determina un cambiamento della sessualità di donne o uomini che vengono colpiti. La ricerca, soprattutto nell’ultimo decennio e specialmente per il cancro al seno, ha fatto progressi enormi. Ci sono però una serie di problemi che riguardano la sfera comportamentale all’interno della famiglia e quella della sessualità in generale. Non ci si può focalizzare solo sulle terapie ma anche su tutti gli aspetti collaterali alla malattia oncologica. Questo è lo scopo del convegno “Sessualità e cancro della mammella” organizzato nel Centro Congressi Multimediale IFO, presso l’Ospedale Regina Elena – San Gallicano di Roma.

Un’iniziativa di cui gli oncologi dell’ospedale IFO parlavano da tempo e che è diventata realtà. Quando il cancro arriva non dà tempo di pensare, è un uragano inaspettato che sconvolge radicalmente e cambia il corso della vita. Se in un primo momento però, si pensa solo alla cosa principale in assoluto, la vita, dopo aver superato lo scossone inziale diventa fondamentale anche la qualità di essa. Piccoli grandi ostacoli, che sono minuzie per chi ha avuto paura di morire, ma che possono condizionare il presente e il futuro dei pazienti, dei loro partner e delle loro famiglie. Tra questi c’è ovviamente l’aspetto sessuale.

Non esistono tabù: l’importanza della sessualità

Cancro della mammella spesso vuol dire chemioterapia e, quindi, nella maggior parte dei casi perdita dei capelli. Più o meno è questo il percorso che fa la testa ogni volta che sentiamo parlare di tumore. Poi subentra la paura di non farcela e il terrore di stare male. Gli oncologi trattano man mano ognuno di questi aspetti, cercando di tranquillizzare il paziente e di farlo sentire al sicuro. Ma non sono solo questi gli effetti collaterali che le terapie portano con sé. La sfera sessuale, infatti, viene spesso sottovalutata e invece rappresenta una di quelle maggiormente colpite dalla malattia.

Con il cancro al seno il fisico cambia e questo innesca nella testa della donna la non accettazione. Si tratta del fenomeno di body image, o immagine corporea, cioè l’unione tra l’antropometria e la psicologia che determina la soggettività del proprio corpo. Già questo aspetto influisce pesantemente sul rapporto con il partner. A questo si aggiungono le terapie. Cure ormonali e menopausa clinica, che porta con sé una serie infinita di effetti collaterali. Secchezza vaginale, crollo della libido e perdita di sensibilità del capezzolo sono i principali, ma anche alterazione della parete vaginale e perdita dell’elasticità e della lubrificazione oltre che aumento di infezioni ginecologiche.

Ma anche con il cancro al seno si resta donne, si resta mogli. È per questo che anche l’aspetto sessuale non deve più essere un tabù. È importante che se ne parli, proprio come si parla di nausea e capelli, con il proprio oncologo, senza vergogna.

Le parole del direttore sanitario IFO

Tutto ciò che riguarda la vita sessuale e le potenziali limitazioni, spesso sottovalutate dai medici e dai pazienti, vanno analizzati e superati. Non deve esserci nessun tabù, né timore a parlare di determinati argomenti. Il recupero della vita normale è importantissimo. Inutile negare che cambia la fisicità delle persone colpite da cancro alla mammella e questo può generare difficoltà a mostrarsi, anche al proprio partner. Confidarsi con il proprio medico è il primo passo. Sentiamo spesso parlare di diritto all’oblio oncologico. Giusto, ma questo passa anche dal ritorno alla normalità. Cosa chiediamo agli operatori sanitari? Maggior empatia e la necessità di essere informati a 360 gradi. I pazienti devono sapere che possono riappropriarsi della loro vita, del loro fisico e della loro sessualità”. Ha detto il direttore sanitario dell’IFO, Ermete Gallo, aprendo il convegno.