Da Bruxelles le indicazioni sono abbozzate ma precise, l’autonomia non s’ha da fare. E allora si ritorna a parlare di riforme nelle stanze della politica. Ma quale riforma avrà la precedenza resta il vero dilemma che impegna i palazzi del governo.

A detta delle forze in campo la premier sembra avere le idee chiare, prima un premierato forte poi pensiamo ai desideri del Carroccio. Qualcuno però l’avrà detto a quelli con la camicia verde? Forse no, oppure tra i leghisti non ci si è accorti dell’ottima intesa che sembra esserci tra la presidente Meloni e la presidente von der Leyen. Così, nel giorno della visita in Emilia Romagna, dall’Europa arrivano un paio di indicazioni tra cui trapelano forti dubbi sulla buona riuscita dell’autonomia differenziata.

“A qualche funzionario di Bruxelles non piace l’autonomia differenziata? Se ne faccia una ragione, noi andiamo avanti. Ignoriamo bellamente che nella bozza del country report sull’Italia, lo staff della direzione generale Affari economici della Commissione europea abbia bocciato le decisioni del governo italiano sulle proposte sull’Autonomia perché, ovviamente a detta loro, ‘avrebbe un impatto negativo sulla qualità delle finanze pubbliche italiane e sulle disparità regionali’. Non solo, ai titoloni di diversa stampa nazionale che denunciano presunte stroncature da parte della Commissione, rispondono i fatti: il documento in questione è semplicemente una bozza di lavoro istruttoria, quindi il nulla”.

Lo afferma in una nota l’eurodeputato Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega Verona che aggiunge con veemenza:

“Country report che, per giunta, risulta sprovvisto di approfondimenti e analisi e completamente basato su mere ipotesi di qualche anonimo burocrate. Resta comunque il monito, e l’auspicio, è che in Europa nessuna ‘manina’ osi rallentare, o ancor peggio ostacolare, il percorso di questa riforma legittimata dalla volontà di migliaia di cittadini attraverso non solo un voto democratico (referendum), ma anche da criteri di trasparenza e responsabilità nei confronti del Paese e non solo di certe regioni”.

Non sono nuove le critiche alla proposta della Lega di autonomia differenziata, solo pochi giorni fa infatti una bozza d’analisi della riforma del Senato aveva creato un vero caso all’interno della maggioranza che ha messo in crisi il ministro Calderoli responsabile dell’iter. Soprattutto il presidente del Veneto Zaia era stato categorico: “Senza riforma viene meno il patto sociale con gli elettori“. Oggi invece arriva la bacchettata dall’Europa. Con il country report sull’Italia i sospetti di una manina europea intenta nell’organizzare uno scherzetto alla Lega sembrano possibili. possono sembrare. E purtroppo non fanno rumore tra gli uomini di Salvini le raccomandazioni della direzione generale Affari economici della Commissione europea sulle manovre fiscali senza coperture o l’evergreen rinvio sulle concessioni balneari. Ma se si tocca l’autonomia differenziata stiamo certi che dalle parti del Carrocci sono pronti anche gli elmi da vichingo.