Vienna Habitat, questo è il connubio del primo singolo della cantautrice e autrice pop/r&b pugliese, al secolo Cristiana D’Auria, sulla scia di grandi cantanti come Pilar e di giovani colleghe come Luvi. Già all’età di dieci anni inizia il suo percorso musicale scrivendo canzoni in modo naturale fino ad arrivare alla pubblicazione di questa canzone le cui emozioni ha raccontato in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.

Vienna Habitat, sul bisogno di scrivere questo brano

“Forse perché si tratta del risultato di un viaggio dentro me stessa, che mi ha consentito di seppellire l’ascia di guerra con vicissitudini del mio passato, della mia famiglia e del mondo dentro di me. Oggi sono consapevole che tutto ha acquisito un senso: non aver lasciato casa e anche essermi trovata nella condizione, quasi forzata, di affrontare le cose. Oggi lascio tranquillamente alle mie spalle tutte queste certezze, con l’indecisione che tutto questo genera, ma con la consapevolezza di ciò da cui provengo, ciò che mi ha formata, ciò che porto sulla mia pelle.” 

Vienna Habitat, il senso della canzone

“Non mi sono mai compresa. So che è cosa di molti e, infatti, non mi preoccupa più di tanto. Ho passato 23 anni della mia vita (gli unici che ho) cercando di scoprirmi e comprendermi tramite la scrittura. C’era, però, una cosa che fino ad ‘Habitat’ non ero ancora riuscita a esprimere: il rapporto con la mia famiglia, con il mio passato, con quello che era il mio presente. Habitat è l’espressione della contraddizione che ho sempre avvertito, tra la voglia di restare in un passato sicuro, in territori già percorsi e la viscerale esigenza di andare altrove, chissà dove.”


Sul brain storming della hit

“La montagna, sua nonna, il pianoforte scordato e la prima musica. Questo cluster di parole rappresenta il luogo non luogo dove mi sono confinata per anni e dove la me artista ritorna ogni volta che ha bisogno di ricaricare le pile. La scrittura si trasforma così in un posto immaginario in cui mi è possibile creare la mia realtà. La stanza, ovvero il luogo in cui come giovane donna mi sono sentita costretta a rifugiarsi, ma anche quello che più mi ha condotta verso il passato, è l’habitat naturale e fisico del brano stesso che, di nota in nota, si destreggia tra luoghi e affetti evocativi per me.”

Sulla scrittura più in generale

“Io mi do da fare anche nella forma del racconto in prosa e della poesia. Non a caso insegno songwriting presso la Mast Music Academy. Si tratta di un’esperienza che mi dà modo di integrare la passione per le parole con quella della formazione, che ho racchiuso in un libro sul songwriting proposto anche come progetto di tesi.  Non solo. Lavora anche come autrice per artisti emergenti come iosonocorallo, Alessia e Gambacorta nel brano “Jeans Strappati”.”

Ecco il link del podcast dell’intera intervista a Vienna sul nuovo lavoro:

https://www.radiocusanocampus.it/it/vienna-habitat