Mercato del lavoro, differenze di genere, disoccupazione giovanile in Ue: questi alcuni dei temi trattati da Ursula von der Leyen, intervenuta a Berlino in occasione della Confederazione dei sindacati europei. La presidente della Commissione Europea si è rivolta ai sindacati nel testimoniare la preoccupazione dell’esecutivo comunitario per “le persone e le comunità”.
L’economia sociale di mercato europea riguarda ovviamente le opportunità di business. Ma allo stesso tempo, il nostro modello si preoccupa delle persone e delle comunità. E al centro di ogni azione c’è la singola persona. O per dirla con le vostre parole: siamo “insieme, per un accordo equo per i lavoratori.
La presidente della Commissione Ue sottolinea come “tutti devono avere la possibilità di entrare nel mercato del lavoro“. Nel farlo, cita alcuni numeri: in Europa il tasso di disoccupazione è del 6%, il dato più basso mai registrato, ma se si guarda alla disoccupazione giovanile la percentuale sale al 14%.
Non è possibile. Secondo esempio: troppe donne sono costrette a lasciare il lavoro quando decidono di avere un figlio. Non è giusto. Queste donne si assumono la responsabilità di un figlio e vogliono lavorare per guadagnare il reddito della famiglia. Questo è il meglio che può capitare alla nostra società.
Lavoro, von der Leyen: “Chiunque lavori a tempo pieno dovrebbe essere in grado di guadagnarsi da vivere”
La presidente della Commissione Ue, che oggi sarà in Emilia-Romagna, ha posto la lente d’ingrandimento sulle difficoltà esistenti per le donne in carriera.
Vogliono assumersi delle responsabilità – l’economia ha bisogno delle loro competenze – e noi rendiamo loro la vita difficile? Ecco perché abbiamo introdotto la Child Guarantee. Vogliamo che tutte le famiglie possano permettersi l’assistenza all’infanzia e l’educazione precoce per i loro figli. L’equità è una pietra miliare della nostra economia sociale di mercato.
Tra le criticità nel lavoro in Ue anche quella dei salari bassi, che non consentono una vita dignitosa soprattutto a molti giovani, e del cosiddetto gender pay gap.
Non dovrebbe esistere la povertà lavorativa. Chiunque lavori a tempo pieno dovrebbe essere in grado di guadagnarsi da vivere. E sono molto contento che abbiamo compiuto il passo storico di approvare una direttiva europea sui salari minimi. È ora che il lavoro paghi. E il lavoro deve pagare per tutti: per uomini e donne.