Chi è la moglie di Alberto Genovese? Sono in tanti a chiederselo, dopo la notizia del matrimonio contratto dall’ex imprenditore mentre era detenuto ai domiciliari in una comunità per tossicodipendenti, lo scorso dicembre. L’uomo è tornato in carcere a febbraio per scontare la pena rimanente dopo la condanna in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni di reclusione per aver violentato due ragazze dopo averle sequestrate e drogate nel 2020. La donna che ha deciso di sposare sarebbe una sua vecchia fiamma, estranea alle condanne. E potrebbe avere un ruolo chiave nel suo percorso di recupero.
Chi è la moglie di Alberto Genovese? Ecco cosa ne sappiamo
Il suo nome inizia con la lettera “D”, ha 46 anni, due lauree e lavora in ambito economico e fiscale internazionale. A riportarlo è Il Corriere della Sera, che racconta la lunga relazione tra i due, iniziata tra i banchi dell’Università di Milano quando entrambi erano giovanissimi. Allora si frequentavano solo come amici; più tardi avrebbero intrapreso una storia d’amore, durata circa quattro anni. Almeno fino a prima di riscoprirsi. È ciò che avrebbe detto la donna nel corso di un interrogatorio effettuato nei suoi confronti dalla pm Rosaria Stagnaro nel 2020, poco dopo l’arresto dell’ex imprenditore. In quell’occasione, D. aveva ribadito più volte che, benché lo frequentasse ancora, dopo la rottura, non aveva mai avuto a che fare con le azioni dell’uomo.
Tra loro, aveva detto, c’era una sorta di “patto”: lei le sarebbe stata vicino nonostante le difficoltà – il riferimento è, in particolare, alla cessione della start up Facile.it dell’imprenditore, che ne aveva provocato un crollo psichico – e nonostante la relazione con un’altra donna, Sarah Borruso, anch’essa finita nei guai, ma non avrebbe mai partecipato al lato più “festaiolo” della sua vita.
So che Alberto col gruppo faceva delle feste, fino a notte inoltrata, ma io non vi partecipavo perché poi al mattino lavoravo, oltre a non gradire il tipo di festa e le persone coinvolte,
aveva dichiarato. Sarebbe stata presente sia a “Terrazza Sentimento”, l’attico a pochi passi dal Duomo di Milano dove Genovese, in seguito a una festa, sequestrò per una giornata una 18enne, abusando di lei dopo averla drogata, sia a Villa Lolita, a Ibiza, dove l’ex imprenditore aveva reiterato le violenze contro una 20enne. In entrambi i casi, però, non si sarebbe accorta di nulla, perché intenta a lavorare in smart working o, comunque, lontana dai luoghi “incriminati”. Era stato Genovese a parlarle dell’accaduto, dicendo di aver avuto un problema con una ragazza.
L’idea che ci fosse stata effettivamente violenza non mi ha mai sfiorata. Non ho mai visto Alberto come un uomo violento,
aveva spiegato. Nei giorni precedenti al suo arresto le aveva detto di aver risolto tutto. Ma le era apparso sempre più provato, a causa delle massicce dosi di droga che aveva preso a consumare.
Perché il suo è un ruolo chiave nel percorso di recupero dell’ex imprenditore
La sua testimonianza e il fatto che abbia deciso di unirsi in matrimonio con l’uomo rappresentano un punto di svolta per il suo percorso di recupero. Anche per questo motivo, infatti, la Procura generale avrebbe deciso di permettergli di scontare i quattro anni di detenzione che gli restano in una struttura specializzata per essere trattato clinicamente e psicologicamente, portando a termine la sua disintossicazione e avviando un processo di reinserimento in società. Rischia di finire di nuovo nei guai, però, per altri casi di violenza sessuale emersi nel secondo filone delle indagini a suo carico. Indagini che avevano portato anche alla scoperta di “numerosissime fotografie e video di soggetti minorenni privi di vestiti o in atteggiamenti sessuali espliciti” sul suo pc.