L‘oblio oncologico è uno dei tanti diritti non presi in considerazione dal nostro sistema. Se ne parla da anni e ogni tanto lo si tira fuori come un pezzo di argenteria da spolverare. Questa volta tocca Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, dai microfoni di Radio Anch’io, lanciare, la proposta di legge.

L’Europa chiede da tempo di adottare una legge

La parlamentare aretina infatti questa mattina dai microfoni di ‘Radio Anch’io’ ne ha parlato in termini molto positivi come prima firmataria di una proposta legislativa già depositata tempo fa:

“È necessario arrivare al più presto a una legge sull’oblio oncologico e l’auspicio è che sia approvata all’unanimità. Io ho presentato all’inizio della legislatura una proposta di legge sottoscritta da parlamentari di altre forze politiche, ma in Commissione ci sono anche altre proposte in campo. Si può arrivare a una soluzione condivisa, ci sono le condizioni per fare un buon lavoro in Parlamento”.

Proprio ieri, mercoledì 24 maggio 2023, il ministro della Salute Schillaci ha annunciato una legge a riguardo ed è stato molto chiaro nel spiegare come l’oblio oncologico sia “un’iniziativa più che giusta” che andrà a colmare un ritardo di anni.

Esiste già una proposta del CNEL, lo stesso che voleva abolire la Boschi

Così appare evidente come in questo ritardo si celi la contraddizione dell’onorevole Boschi. È la stessa onorevole di Italia Viva a precisare l’urgenza del provvedimento mentre le sfugge tutto il lavoro fatto dall’odiato CNEL, partner istituzionale della Fondazione AIOM in una campagna promozionale che va avanti dalla primavera scorsa. La campagna partita nell’aprile del 2022 ha visto la realizzazione della prima guida sul tema. Inoltre si è pensato ad una raccolta firme attraverso un portale web dedicato (dirittoallobliotumori.org), in questi mesi poi sono state organizzate due camminate di aiuto alla raccolta firme a Pescara e Modena. Per mesi è stata condivisa una forte campagna social per promuovere una raccolta firme che ad oggi ha superato le 100mila adesioni.

Matteo Renzi e il CNEL un odio che ogni tanto ritorna

Fu proprio Renzi nel 2016 con la sua riforma costituzionale a spiegarci l’inutilità del CNEL. Così come lo stesso senatore fiorentino, a poco più di qualche settimana dall’iniziativa di Aiom in audizione con il CNEL, organizzava una raccolta firme per abolirlo ancora. E allora permetteteci una domanda, il Senatore Renzi conosce i lavori del CNEL o lo vuole chiuso a prescindere? Perché altrimenti non si spiega la volontà di chiuderlo poco dopo che lo stesso CNEL si stava occupando di oblio oncologico. Lo stesso oblio che tanto caro sembra all’onorevole Boschi in questi giorni. Oppure, per essere ancora più crudeli, possiamo ipotizzare che l’argomento ora è caldo, diciamo in tendenza, e magari Italia Viva può ritrovare slancio. E magari ricevere quel che sembra tanto agognato: un bel endorsement da parte del governo Meloni.