“Il referendum contro l’invio di armi all’Ucraina serve soprattutto a rendere evidente la distanza abissale tra il Paese e chi lo rappresenta. larghi strati dell’opinione pubblica, il cosiddetto popolo sovrano, non vogliono la guerra e non capiscono le ragioni. O comunque ritengono che siano ben diverse da quelle che sono sostenute dal governo e dalla maggioranza. Ma in realtà dall’intero Parlamento, in maniera totalmente indiscussa”, così il professore Geminello Preterossi, filosofo e membro del comitato “Generazioni Future” intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Referendum Italia per la Pace
Il governo tira dritto nel sostegno a Kiev ma i sondaggi ci dicono che una buona parte degli Italiani è contraria a continuare l’invio di armi. Anche per questo il comitato “Generazioni Future”, presieduto dal giurista Ugo Mattei, sta promuovendo una raccolta firme per far sì che la questione sia posta a tutta la popolazione, sotto forma di referendum. L’istituto più alto di democrazia diretta. Geminello Preterossi è tra le importanti personalità del mondo accademico e culturale che sostengono la campagna.
“Bisogna far emergere la contraddizione politica gigantesca – spiega il professore. Rischiamo di scivolare verso una guerra totale quasi nell’indifferenza generale. È sorprendete perché non è mai accaduto che non ci fosse il senso profondo della drammaticità di una questione come la guerra. Si sentono voci soprattutto politici, pseudo intellettuali con qualche eccezione, mondo della comunicazione, che sono voci da avventuristi. Trovo aberrante che sia adotti un approccio moralistico, di moralismo senza morale, come se tutti partecipassero a un reality”.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa a margine della visita di Zelensky a Roma ha ribadito il sostegno dell’Italia a Kiev.
“Zelensky sembra in un set televisivo – commenta il filosofo. Non è normale quel modo di comunicare, quel modo di atteggiarsi e di porsi. Bisogna arrivare a dire cose radicali perché altrimenti le persone non si scuotono. Una sceneggiata ridicola la visita di Zelensky a Roma. È aberrante. La foto con il Papa è sconvolgente. La faccia del Papa dice tutto ma è già sconvolgente che sia stato possibile. Anche il Papa non ha avuto la forza di dire ‘no, non siamo strumenti in balia di una comunicazione guerresca, di un reality militaresco’ ”.
L’ex sindaca di Roma Virginia Raggi ha espresso il suo sostegno del referendum contro le armi in Ucraina e ha dichiarato che sarà impegnata ai banchetti nella raccolta firme.
“Dal Partito Democratico non c’è stato interesse per il referendum. Nel mondo intellettuale e anche della società civile tante figure, anche di orientamento culturale diverso, hanno già dato adesione e continuano a darlo. L’adesione di Virginia Raggi ci fa piacere, avevo sentito anche una dichiarazione di Giuseppe Conte possibilista. Sarebbe un dato positivo. Nella sinistra più radicale credo che ci sia una sensibilità positiva. Penso anche a destra, tutti quelli che hanno votato per la Meloni l’hanno votata perché era l’unica all’opposizione rispetto all’agenda Draghi”, conclude Preterossi.