Riforma bonus edilizi, cambierà tutto l’impianto degli incentivi ai lavori di ristrutturazione e di riqualificazione energetica con norme che saranno inserite probabilmente già nella legge delega. Gli incentivi andranno a favore soprattutto dei lavori per la messa in sicurezza degli immobili in chiave antisismica e per l’efficientamento energetico. I bonus verranno assegnati a seconda della tipologia di immobile ma, diversamente da quanto avvenuto finora, la priorità sarà garantita a chi abbia meno possibilità di poter fare degli investimenti. Sullo sfondo, la riqualificazione dell’intero patrimonio immobiliare dettata dalle condizioni imposte dalla direttiva Case green che, tra qualche anno, richiederà il raggiungimento della classi energetiche E e D delle abitazioni. 

Le novità arrivano da un pacchetto di proposte dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), già presentato nell’audizione in Commissione Finanze della Camera di ieri, 23 marzo, in rapporto al disegno di legge sulla delega fiscale. Le proposte Ance vanno nella direzione di riaprire i cantieri rivedendo l’intero impianto dei bonus edilizi e il quadro dei beneficiari, nonché delle misure per il monitoraggio della spesa pubblica e dell’avanzamento dei lavori. 

Riforma bonus edilizi nella legge delega, obiettivi risparmio energetico e lavori antisismici: tutte le novità in arrivo

In arrivo una vera e propria riforma dei bonus edilizi che cambierà l’impianto dell’assegnazione delle agevolazioni sui lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione. L’obiettivo è quello di agevolare i proprietari degli immobili che avranno maggiori difficoltà a sostenere spese di investimento nei prossimi anni per arrivare ai target della Commissione europea inseriti nella direttiva Case green. In particolare, si cercherà di agevolare i contribuenti nel raggiungere la classe energetica “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033. Ma servirà una politica di programmazione e di revisione della spesa delle risorse pubbliche per ribaltare la situazione che si è contraddistinta soprattutto negli anni del superbonus 110%. Ovvero che i bonus sono andati soprattutto a vantaggio di chi ha potuto effettuare investimenti e di chi possiede una maggiore capienza fiscale, come nel caso del superbonus villette, unifamiliari e unità indipendenti. 

Riforma bonus edilizi, ultime notizie: a chi andranno gli incentivi?

I maggiori sforzi dello Stato, secondo la proposta dell’Associazione dei costruttori, dovranno essere rivolti verso chi ha minori possibilità di investimento e di capienza fiscale. L’obiettivo è, da una parte, privilegiare i lavori che interessino interi immobili con la messa in sicurezza antisismica e la riqualificazione energetica. Si intende, quindi, privilegiare i condomini più che le villette e le unità indipendenti perché i primi spesso hanno situazioni al loro interno con pochi fondi a disposizione e insufficiente capienza fiscale per far partire gli interventi. 

Senza sconto in fattura e cessione crediti d’imposta, va rivisto il sistema della detrazione fiscale 

Da queste considerazione di partenza l’Ance, nella distribuzione delle risorse e dei bonus edilizi, predilige la copertura, da parte dello Stato, dei contribuenti a minore capacità di reddito nel poter sostenere le spese per gli interventi. Lo stesso superbonus 90% del 2023 ha istituito un requisito di accesso al beneficio fiscale basato sul tetto di reddito familiare. Tuttavia, è un sistema da rivedere perché il basso livello di reddito non consente la sufficiente detrazione fiscale per la copertura delle spese. E, in mancanza di sconto in fattura e cessione dei crediti di imposta, pochissime famiglie riescono a rientrare nei parametri richiesti per ottenere i bonus. 

Laddove il sistema dei bonus edilizi ha mostrato le maggiori fragilità, lì – secondo l’Ance – dovrà intervenire il decreto legge. In particolare nel monitoraggio della spesa dello Stato, non particolarmente efficace nell’evitare che agevolazioni come il superbonus facessero esplodere, in maniera progressiva, i costi a carico dello Stato. Ci sarà bisogno, dunque, di un sistema che possa rendere sostenibile l’impatto degli interventi sul bilancio dello Stato, istituendo specifici fondi affinché la copertura dei costi degli interventi non vada ad aggravare la situazione dell’Erario.