Spese di rappresentanza: si tratta di quelle che servono per promuovere oppure per consolidare gli affari e l’immagine della propria azienda. Pertanto, sono quelle spese che vengono sostenute da un’impresa oppure da un datore di lavoro o da un libero professionista nell’ottica di farsi pubblicità, trovare nuovi contatti e procacciarsi affari, ma anche per rafforzare quelli già esistenti.

Nel testo andremo a spiegare più dettagliatamente cosa sono, soffermandoci sulla tassazione e su come funziona la deduzione fiscale.

Spese di rappresentanza, cosa sono e come funzionano

Per farsi conoscere e creare nuovi rapporti, le aziende e i professionisti sostengono le spese di rappresentanza. Più precisamente, sono destinate per finalità promozionali e per pubbliche relazioni. Le spese di rappresentanza possono essere di diverse tipologie:

  • Spese per i viaggi turistici;
  • Spese per feste e ricevimenti;
  • Altre spese.

Nel primo caso, viene richiesta una programmazione e lo svolgimento di attività promozionali dei beni, dei servizi e della produzione che caratterizza l’azienda o l’impresa promotrice.

Il secondo tipo, le spese per feste, eventi o ricevimenti vengono sostenute, nella maggior parte dei casi, per ricorrenze e feste aziendali, per l’inaugurazione di uffici e nuove sedi dell’azienda e per organizzare mostre o fiere dove vengono esposti i beni e i servizi prodotti.

Infine, rientrano nelle spese di rappresentanza anche altre tipologie come, per esempio, gli omaggi ai lavoratori dipendenti o ai collaboratori oppure i contributi che vengono erogati per l’organizzazione di convegni, seminari o manifestazioni. In questo terzo caso, è molto importante che sussista il requisito dell’inerenza.

Qual è l’elemento fondamentale delle spese di rappresentanza? La gratuità delle spese: non deve esserci un corrispettivo o una controprestazione.
Ci sono, inoltre, anche alcune spese che non sono qualificabili di rappresentanza. Quali sono? Le spese di viaggio, vitto e alloggio per ospitare clienti, o clienti potenziali, in occasione di mostre e fiere, per la visita di sedi e uffici e neppure quelle effettuate dall’imprenditore individuale per trasferte.

Quando e come si possono portare in deduzione

Le spese di rappresentanza possono essere sostenute dai liberi professionisti o dalle imprese per garantire copertura economica ad eventi, fiere e per tutte le attività che abbiamo precedentemente elencato. Le spese possono essere portate in deduzione nel periodo d’imposta di sostenimento, a patto che vengano effettuate per la promozione, in forma gratuita e che garantiscano un miglioramento dell’immagine e del prestigio dell’impresa.

Naturalmente, si deve rispettare un determinato limite, in misura percentuale in base all’ammontare dei ricavi della gestione ordinaria. Solo perché il costo sia deducibile, non significa poter dedurre qualsiasi importo senza limiti. Ai fini Ires/Irpef sono deducibili al 100% dal reddito d’impresa le spese che non superano il valore unitario di 50 euro. Se la spesa è inerente all’attività aziendale e se supera quel limite è possibile dedurre le spese in base ai seguenti scaglioni di fatturato:

  • Per ricavi da 1 a 10 milioni di euro, il limite di deducibilità è pari a 1,5% dei ricavi;
  • Per ricavi compresi tra 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro, il limite di deducibilità è pari a 0,6% dei ricavi;
  • Per ricavi oltre 50 milioni di euro, il limite di deducibilità è pari a 0,4% dei ricavi.

Si può detrarre l’Iva? Per quanto riguarda l’Iva sulle spese di rappresentanza, è detraibile solo se il costo unitario non supera i 50 euro. Al superamento del suddetto limite, l’Iva non potrà essere detratta. Per quanto riguarda, invece, gli omaggi, l’Iva si può detrarre solo se il costo unitario non supera i 50 euro.

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